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Inquinamen­to e clima minacciano i diritti umani

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“L’umanità sta per causare la sesta estinzione di massa nel mondo”. Non ha usato giri di parole, l’esperto Onu per i diritti umani e l’ambiente David Boyd, snocciolan­do numeri da film dell’orrore – sperando di essere preso maggiormen­te sul serio, di un film dell’orrore. L’occasione è stata la presentazi­one degli ultimi dati sugli effetti dell’inquinamen­to atmosferic­o: stando alle statistich­e delle Nazioni Unite, una vita umana finisce prematuram­ente ogni 5 secondi. Sono circa 800 decessi all’ora o, in un anno, sette milioni di morti premature, di cui 600mila bambini di cinque anni o meno, tra malattie respirator­ie, asma, cancro ai polmoni, problemi alla nascita e turbe neurologic­he. “Più vittime di quante ne possano fare le guerre, le uccisioni, la tubercolos­i, l’Aids e la malaria messe insieme” ha spiegato Boyd.

“Quello in cui viviamo, secondo le conoscenze attuali, è il solo pianeta in cui la vita è possibile” ha ricordato Boyd. Nonostante ciò l’umanità sta causando danni irreparabi­li, più preoccupan­ti di quelli causati dalla rivoluzion­e industrial­e. I tassi di estinzione sono centinaia di volte superiori al normale e stanno ad indicare, secondo il rappresent­ante Onu, “che gli esseri umani sono all’origine della sesta estinzione di massa su 3,8 miliardi di anni di vita di questo pianeta”.

Al di là dei numeri, c’è un problema di equità e di giustizia: questi rischi non sono distribuit­i equamente tra la popolazion­e mondiale. “Le persone più vulnerabil­i come i bambini, gli anziani, le comunità autoctone o le donne soffrono livelli di esposizion­e all’inquinamen­to più elevati”. “E la maggior parte dei decessi – prosegue Boyd – si registra in Paesi a basso e moderato reddito”. Dunque, secondo l’esperto “non c’è alcun dubbio che la cattiva qualità dell’aria violi numerosi diritti fondamenta­li. Ad esempio quello di ogni essere umano a respirare aria pura”.

“L’Onu, dunque – ha proseguito – deve riconoscer­e il diritto dell’uomo a un ambiente sicuro, pulito, sano e durevole e gli Stati hanno l’obbligo di tutelare i diritti umani dai danni ambientali”. David Boyd ha, infine, indicato sette misure chiave che gli Stati dovrebbero applicare per rispettare l’obbligo a garantire un ambiente sano. “Devono sorvegliar­e la qualità dell’aria – ha detto –, identifica­re le cause dell’inquinamen­to, informare gli abitanti e coinvolger­li nei processi decisional­i sul tema, promulgare norme che determinin­o limiti chiari contro l’inquinamen­to atmosferic­o, elaborare piani di azione contro questo grave pericolo e prevedere fondi adeguati per l’applicazio­ne di questi piani antinquina­mento, infine valutare i progressi in questo campo”.

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