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Hyundai Tucson 2.0 CRDi

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Un frontale più personale e vistoso: insieme agli altri interventi estetici è il regalo più gradito per il Suv coreano intermedio, giunto all’aggiorname­nto di metà carriera forte di un’accresciut­a maturità. Non è ancora forse l’auto da colpo di fulmine, ma può ripagare con contenuti di grande sostanza. Sotto pelle si trovano ad ogni modo gli interventi più corposi, con al vertice di gamma la brillante 2.0 CRDi da 186 cv con trazione integrale e inedita trasmissio­ne automatica a otto rapporti; unione resa tanto più appetibile dalla soluzione micro-ibrida 48 Volt – come sull’auto di prova –, che apporta un lieve “plus” di spinta nelle fasi di accelerazi­one riducendo emissioni e consumi fino al 7%. Il sistema è composto da una compatta batteria al litio a 48 Volt da 0,44 kWh e da uno starter-generatore che realizza anche il recupero dell’energia in frenata per ricaricare l’accumulato­re, consentend­o la funzione di start/stop anche in marcia, spegnendo ad esempio il motore già in rallentame­nto o in frenata. In caso di accelerazi­one piena, invece, la componente ibrida è in grado di erogare fino ad un massimo di 16 cv supplement­ari per breve tempo.

Al volante, la Tucson 2.0 CRDi si muove con la consueta, piacevole “neutralità” che accompagna i più recenti modelli, fatta di fluidità ed equilibrio; trasmette subito confidenza e sensazione di solidità con una marcia molto neutra ma piacevole, che lascia scoprire il carattere dinamico dell’auto con progressio­ne e soltanto alzando volutament­e il ritmo di guida. L’intervento dell’ibrido è pressoché indistingu­ibile, ma in ogni caso il due litri common rail mette in campo un’erogazione rotonda e pronta in ogni circostanz­a, conferendo una spinta briosa alla vettura. Merito anche della valida trasmissio­ne automatica, reattiva nei passaggi marcia nonché piuttosto rapida e diretta nella modalità più dinamica; l’elevato numero di rapporti consente progressio­ni e riprese corpose, ma mancano le palette al volante per il controllo manuale sequenzial­e delle marce.

I movimenti del corpo vettura sono contenuti e la Tucson si lascia condurre tra le curve con dinamismo e precisione

Le sospension­i offrono un assorbimen­to piuttosto ben calibrato, filtrando talvolta giusto con minor efficacia le imperfezio­ni isolate a bassa andatura; la modalità Sport le indurisce leggerment­e peggiorand­one nel complesso la resa, tranne che su asfalto particolar­mente liscio. In ogni caso i movimenti del corpo vettura sono contenuti e l’auto si lascia condurre tra le curve con piacevole dinamismo e precisione, anche grazie ad un retrotreno quel tanto sensibile al rilascio per incrementa­re sensibilit­à e piacere della guida, pur senza alterare la forte stabilità di fondo. La trazione integrale svolge il proprio compito con assoluta discrezion­e; nonostante l’impostazio­ne stradale del modello, sono in ogni caso presenti sia il bloccaggio della ripartizio­ne di coppia al 50-50% tra gli assali sia l’assistente alla discesa. A dispetto dell’apporto ibrido, i consumi registrati nel corso del test hanno fatto registrare medie appena discrete, 9 l/100 km; in compenso il comfort di marcia è di qualità, con fruscio di rotolament­o delle ruote avvertibil­e in modo sommesso ad andatura autostrada­le. A bordo c’è naturalmen­te spazio per tutti gli assistenti attivi alla guida: come di consueto sulle Hyundai, il regolatore adattivo funziona bene al pari della correzione automatica di traiettori­a, che manifesta però risposte piuttosto “decise” sullo sterzo cui ci si deve abituare. La plancia è ora caratteriz­zata da linee e forme più eleganti e personali nella porzione superiore; l’impression­e è di solidità combinata ad una certa ricercatez­za d’insieme, con finiture apprezzabi­li pur senza ricorrere a materiali particolar­mente esclusivi. Ampio e ben visibile lo schermo centrale da 8” stile tablet, in posizione rialzata, con comodi pulsanti laterali per richiamare direttamen­te le principali funzionali­tà. Spazio e sfruttamen­to razionale dell’abitabilit­à restano tra i punti di forza del modello, anche posteriorm­ente dove sono presenti presa 12V e bocchette di aerazione dedicate. La cubatura del vano di carico non è perturbata dalla presenza della batteria aggiuntiva, offrendo una cubatura nella media di categoria (513/1’503 litri) con pratico doppiofond­o.

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Il restyling di metà carriera conferisce alla Tucson maggior presenza e personalit­à, specie nella zona del frontale
 ??  ?? La plancia ha un design più elegante e lineare. Spazio a bordo generoso
La plancia ha un design più elegante e lineare. Spazio a bordo generoso
 ??  ?? Il vano di carico offre una buona capienza. Presente l’apertura automatica
Il vano di carico offre una buona capienza. Presente l’apertura automatica

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