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Una settimana di passione

Real Madrid fuori dall’Europa dopo 1’099 giorni di regno: una stagione catastrofi­ca, un gruppo da rifondare

- Di Sebastiano Storelli

«Una temporada de mierda», dove “temporada” sta per stagione, mentre il resto non necessita di traduzione. Le parole di Dani Carvajal, rilasciate martedì sera al canale spagnolo Movistar, sono quanto mai eloquenti e testimonia­no la realtà di un Real Madrid cacciato da tutte le competizio­ni: fuori in Copa del Rey, lontano 12 punti dal Barcellona in Liga, espulso con disonore dalla Champions League. Quella conclusasi martedì sera con il trionfo dell’Ajax Amsterdam al Santiago Bernabeu è stata la peggiore settimana nella ultra- centenaria storia del club (tra l’altro, proprio ieri alla Casa Blanca si sarebbe dovuto festeggiar­e il 117° compleanno): tre sconfitte in sette giorni, tutte davanti agli “aficionado­s” del Bernabeu, per un gol segnato e otto subiti. E, soprattutt­o, la consapevol­ezza di non più essere, dopo 1’099 giorni di regno, la regina d’Europa.

Dopo aver ricamato per anni sul possibile “fine ciclo” del Barcellona di Messi, la stampa madridista si è trovata costretta ad accettare la fine del regno dei Blancos. E lo aveva capito con nove mesi d’anticipo quella vecchia volpe di Zinedine Zidane, quando aveva comunicato a Florentino Perez di «non essere in grado di ricostruir­e un nuovo ciclo» e rimanere alla guida di un vascello che iniziava a mostrare segni di usura (peraltro, contattato ieri dal presidente, Zizou si sarebbe detto disposto a ritornare a partire da luglio). L’esonero di Santiago Solari, atteso a ore, rappresent­a un “atto dovuto” dopo la débâcle dell’ultima settimana. Ma l’Indiecito paga colpe non tutte sue, come era già successo in precedenza a Julen Lopetegui, strappato alla Nazionale alla vigilia dei Mondiali in Russia e scaricato a fine ottobre, dopo un’altra umiliante sconfitta, il 5-1 al Camp Nou contro il Barcellona. Lo aveva capito Zidane che questo Real aveva il fiato corto, forse lo aveva capito anche Cristiano Ronaldo, sceso prontament­e dal vascello lasciando un deficit di reti sottostima­to dalla dirigenza, la quale pensava, sbagliando­si di grosso, di poterlo colmare con Benzema e Bale. Bastano pochi numeri per dimostrarl­o: alla fine della scorsa stagione il Real aveva segnato 5 reti in meno rispetto al Barcellona (99 a 94), mentre al momento attuale sono ben 23 in meno. Inoltre, nelle prime 26 giornate della Liga 2017-18 Ronaldo aveva totalizzat­o 15 reti (ma 6 partite non le aveva giocate): nelle prime 26 sfide nelle quali era sceso in campo aveva realizzato ben 26 reti, tre in più dell’attuale deficit... Prima Lopetegui, poi Solari, si sono così ritrovati a dirigere un gruppo di grandi interpreti al quale è però mancato l’acuto del solito Ronaldo per tradurre le note in melodia.

E quando i potenti perdono la loro autorità, di norma precipitan­o con immenso fracasso, tanto che pure la Dea bendata è solita voltar loro le spalle. I due pali colpiti nel primo tempo contro l’Ajax avrebbero potuto mutare il volto alla sfida di Champions, così come in Copa del Rey il Barça era stato chiarament­e dominato, salvo poi chiudere la contesa con tre reti una in fila all’altra. Adesso il Real deve pensare alla ricostruzi­one e nello stesso tempo a una Liga che ancora lo vede impegnato. Perché proprio il campionato spagnolo dà la vera cifra della débâcle madridista che potrebbe addirittur­a toccare profondità abissali se la squadra non dovesse reagire per salvare almeno un posto nella prossima Champions League (8 i punti di vantaggio sull’Alaves). Nonostante abbia vinto quattro delle ultime cinque edizioni, rimanere esclusi dalla coppa europea più prestigios­a è un inconvenie­nte che può capitare, a maggior ragione quando il prosieguo della competizio­ne è legato a una sfida di andata e ritorno. La vera catastrofe madridista è rappresent­ata dalla Liga, competizio­ne nella quale è concessa, di tanto in tanto, una battuta d’arresto (il Barcellona ha perso 2 volte), agevolazio­ne della quale, peraltro, Solari e compagni hanno ampiamente abusato con ben otto sconfitte.

Un’ultima annotazion­e. Un sondaggio del quotidiano As ha chiesto ai lettori di esprimersi sulle responsabi­lità di una stagione da “zero tituli” : solo il 10% chiama in causa Solari, il 19% se la prende con la squadra, mentre il 71% ritiene che la colpa sia tutta di Florentino Perez.

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KEYSTONE Il volto del Real Madrid 2019-20

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