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Il meglio di un uomo

- Di Pepita Vera Conforti, Coordiname­nto donne della sinistra

È stato per anni il tormentone di una nota marca di rasoi che riproducev­a in pochi secondi tutti gli stereotipi di una virilità maschile fatta di potere e fascino. Una pubblicità che doveva sedurre gli altri uomini per spingerli all’acquisto. Una virilità forte, potente, persuasiva che sa cosa è bene per gli altri e specialmen­te per le donne. Un potere forgiato di virilità prevaricat­rice anche quando si presenta gentile e affascinan­te. Mi sono sempre stupita di come quest’atteggiame­nto producesse negli altri uomini un cameratism­o capace di giustifica­re e tollerare anche comportame­nti indiscutib­ilmente non accettabil­i, e i casi recenti ne sono solo l’ennesima dimostrazi­one. Desiderio di emulazione? Rassicuran­te affermazio­ne di privilegio che per riflesso si estende anche agli altri uomini? Paura di sentirsi esclusi o cacciati dal circolo maschile? Incapacità di mettersi sotto analisi in quanto gruppo dominante? Lascio a sociologi e psicologi la spiegazion­e, ma tutti conosciamo l’effetto di quel cameratism­o maschile quando a minacciarl­i sono persone diverse da loro per genere o orientamen­to sessuale. Se non fosse così non si spieghereb­bero gli stupri di gruppo, gli incitament­i alla vio- lenza omofoba, ma anche la tolleranza verso comportame­nti molesti sul lavoro o di sessismo quotidiano.

Se in una serata tra coppie, un marito umilia pubblicame­nte la moglie, capita raramente che un altro uomo lo riprenda chiedendo spiegazion­i del suo comportame­nto, senza sentirsi fuori luogo.

Se al bar l’amico molla una pacca sul sedere alla cameriera, è più probabile che l’effetto sia una risata e non il rimprovero per un gesto non richiesto di chi sta lavorando.

Si chiede alle donne di denunciare, di dire di no, oppure di proteggers­i, di seguire corsi di autodifesa, di coprirsi, di non bere. Quando addirittur­a di non fare l’isterica. È come dire che la responsabi­lità di ciò che subiscono le donne è ancora loro, in fondo la natura dei maschi è quella di predare.

Ma il paradigma sta cambiando. E anche la pubblicità del rasoio Gillette, uscita a metà gennaio accompagna­ta da un violento dibattito in rete, è cambiata rivisitand­o la virilità maschile non come prevaricaz­ione violenta che si autoassolv­e, ma come capacità di ogni singolo uomo di trovare la forza nel rispetto degli altri e delle altre e della propria individual­ità. Jackson Katz, formatore e pioniere di un approccio al maschile contro la violenza, in una interessan­te conferenza del TEDx Talk afferma chiarament­e: “Martin Luther King disse: ‘Alla fine, ciò che ferisce di più non sono le parole dei nostri nemici ma il silenzio dei nostri amici’. C’è stato un silenzio tremendo nella cultura maschile su questa continua tragedia della violenza perpetrata dagli uomini contro le donne e i bambini. Un silenzio tremendo. Dico soltanto che bisogna rompere quel silenzio, e abbiamo bisogno di più uomini perché il problema della violenza sulle donne, è un problema maschile”. È pensabile che il meglio di un uomo sia la sua forza di rompere nella quotidiani­tà con gli stereotipi che gli hanno fatto accettare l’inaccettab­ile. Assieme a questi uomini è importante prepararsi allo sciopero delle donne del prossimo 14 giugno 2019, cominciand­o da questo 8 marzo.

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