Scuola dell’infanzia ticinese
Ancora giovedì scorso 28 febbraio a Millevoci anche l’on. Beltraminelli, dopo l’on. Bertoli, sostiene che poter lasciare alla scuola dell’infanzia i bambini di 3 anni sia un privilegio per noi ticinesi, e invidiato dal resto della Svizzera. Vorrebbe dire che gli altri 25 Cantoni svizzeri siano tutti arretrati? Diciamo la verità. Storicamente l’asilo infantile trova la sue radici nel modello assistenziale-caritatevole della scuola materna della vicina Italia di un secolo fa. Allora i bambini venivano raccolti anche dalle strade, e tenuti in ambiente sicuro dove si provvedeva anche ad assicurare loro un pasto quotidiano. Negli ultimi 50 anni si è passati da 35 a 25 bambini per sezione. Questi sono ancora troppi per una maestra da sola. Come mai nessun altro Cantone svizzero prevede l’inizio della frequenza a tre anni? Sicuramente oltre Gottardo si è più sensibili ai bisogni psicologici, emotivi e anche educativi dei bambini così piccoli, che hanno bisogno di un rapporto docente/bambini più alto. Sono convinta che nel resto della Svizzera si fa meglio che in Ticino. Oltre che per l’inizio della frequenza che in certi Cantoni è a 5 anni, anche per la durata di permanenza in classe di solo alcune ore giornaliere, non certo delle 7 ore filate come imposte oggi dalla scuola dell’infanzia in Ticino. L’accordo Harmos non sembra richiedere questo agli altri Cantoni. Perché da noi si obbligano i bambini anche a frequentare la mensa quando le famiglie non lo desiderano? Nella citata trasmissione di Millevoci non condivido l’affermazione della coordinatrice delle strutture per l’infanzia, che arriva a dire che il bambino cresciuto all’asilo nido, luogo di apprendimento, esce nella realtà più forte e preparato. La stessa coordinatrice asserisce poi che nella società incontra troppi bambini dipendenti dai genitori. Perché mai un bambino piccolo non può avere la sicurezza emotiva e affettiva verso i suoi famigliari? I bambini dovrebbero forse essere indipendenti e autonomi il più presto possibile solo per la nostra comodità? Vi è anche una genitorialità positiva che favorisce un attaccamento affettivo e responsabile con risultati positivi a lungo termine per la crescita dei nostri figli. Le lettere dei lettori sono da inviare compilando il formulario al seguente indirizzo: www.laregione.ch/lettere/invia. Devono essere personali e inoltrate con nome, cognome, domicilio e recapito telefonico reperibile per il necessario controllo. In mancanza dei dati la lettera sarà bloccata. Ogni lettera viene pubblicata con la firma dell’autore, salvo gravi controindicazioni accettate dal giornale. Scritti anonimi sono cestinati. Interlocutore è il giornale. Sono da evitare riferimenti a persone terze. Non verranno pubblicate lettere che coinvolgono privati cittadini. Sono escluse le “lettere aperte” se non in casi eccezionali. Scritti manifestamente infondati, non redatti in termini urbani, ingiuriosi od offensivi non saranno pubblicati. Comunicati, prese di posizione ufficiali sono di regola trattati in cronaca. La redazione si riserva di accorciare i testi. Gli scritti pubblicati non impegnano il giornale. Viene data assoluta priorità alle lettere indirizzate esclusivamente al nostro giornale.