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Sale in zucca

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Preferire erbe e spezie per insaporire i cibi, scolare e risciacqua­re verdure e legumi in scatola o ridurre gradualmen­te il sale nelle ricette: sono alcune delle misure con cui ridurre il consumo di sale a tavola, che non dovrebbe superare i cinque grammi giornalier­i. Lo ricordano gli esperti, in occasione della Settimana mondiale di sensibiliz­zazione per la riduzione del consumo alimentare di sale, che si celebra dal 4 al 10 marzo. L’iniziativa si svolge in cento Paesi del mondo ed è stata istituita nel 2005 per migliorare la salute delle popolazion­i attraverso la graduale riduzione dell’introito di sodio. L’obiettivo è incoraggia­re le aziende alimentari multinazio­nali a ridurre il sale nei loro prodotti e sensibiliz­zare i governi. L’Organizzaz­ione mondiale della sanità (Oms) vorrebbe arrivare a ridurre del 30% l’introito di sale entro il 2025.

Il consumo eccessivo di sale porta infatti ad un aumento della pressione arteriosa, e del rischio di gravi patologie cardio-cerebrovas­colari legate all’ipertensio­ne, come infarto e ictus. L’introito di sale è inoltre associato ad altre malattie cronico-degenerati­ve, quali tumori dell’apparato digerente, osteoporos­i e malattie renali.

Bastano cinque azioni per ridurre il consumo di sale: usare erbe, spezie, aglio e agrumi al posto del sale per dare sapore al cibo; scolare e risciacqua­re verdure e legumi in scatola e mangiare più frutta e verdura fresche; controllar­e le etichette prima di acquistare per scegliere prodotti meno salati; usare gradualmen­te meno sale nelle ricette preferite, per far adattare le papille gustative; togliere dalla tavola sale e salse salate in modo da non abituarsi ad aggiungere il sale.

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