Il Cantone ‘fa suo’ lo sgombero neve
La litigiosità di alcuni concorrenti che partecipano ai concorsi per pulire le strade dalla neve tramite frese rallentando l’iter delle delibere ha stancato il Dipartimento del territorio, che annuncia di aver iniziato le valutazioni per internalizzare il
La pulizia delle strade tramite frese che viene appaltata a ditte private, in futuro potrebbe essere internalizzata. Lo spiega il Dt adducendo come motivo la litigiosità di alcuni concorrenti.
«Stiamo iniziando delle riflessioni per capire innanzitutto quanto costerebbe e quante risorse umane sarebbero necessarie». Le valutazioni sono ancora nella fase embrionale, ma il Dipartimento del territorio (Dt) sta pensando di cambiare l’impostazione del servizio di sgombero neve sulle strade cantonali, che attualmente viene esternalizzato a ditte private su quasi tutto il territorio ticinese. È quanto conferma in un’intervista alla ‘Regione’ il direttore del Dt Claudio Zali, spiegando che l’intenzione è di internalizzare il servizio, analogamente a quanto avviene nel Canton Grigioni. «Sarebbe dispendioso assumere del personale appositamente per questa funzione, essendo le precipitazioni un evento non prevedibile. Valuteremo pertanto delle soluzioni flessibili da adottare nel contesto della gestione dei servizi già esistenti», spiega il consigliere di Stato.
Il desiderio di cercare un nuovo sistema, aggiunge Zali, è stato generato dall’alta litigiosità con cui il Dt si trova confrontato nell’ambito dei concorsi per le assegnazioni dei mandati. «Se per esternalizzare il lavoro ci dobbiamo sobbarcare contenziosi spiacevoli, allora per la buona pace di tutti tanto vale che il Cantone internalizzi il servizio. A meno che ciò non costi un occhio della testa», aggiunge il direttore del Dt. Attualmente il Cantone dispone di un paio di frese che vengono utilizzate principalmente per la pulizia del Passo della Novena. Oltre all’impiego delle risorse umane, il Dt dovrà dunque valutare quanto possa costare ampliare il parco mezzi. In ogni caso gli attuali contratti verranno mantenuti almeno fino alla scadenza prevista nel 2022.
Inchiesta in Valle di Blenio: l’indagato è ancora attivo nello sgombero neve
Quando parla di contenziosi spiacevoli, Claudio Zali fa riferimento in particolare ai ricorsi al Tribunale amministrativo: durante l’ultima assegnazione dei mandati per carico/fresa neve, su 5 lotti del valore complessivo di 750mila franchi, sono stati presentati 3 ricorsi, tutti parzialmente accolti dal Tram. Ma tra i grattacapi che il Dt incontra nell’ambito fresa neve, figura però anche un procedimento penale aperto nei confronti di un partecipante al concorso per il lotto dell’alta Valle di Blenio (un ex municipale), come da noi anticipato lo scorso dicembre. Come emerge dall’inchiesta in corso da parte della procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti i reati che si prospettano per lui sono di truffa in documenti e truffa processuale (probabilmente tentata) per aver cercato di camuffare l’età di un mezzo applicando una targhetta falsa (il concorso prevedeva che gli autoveicoli non potessero essere immatricolati prima del 1995). Nella presa di posizione del Dt che aveva fatto seguito al nostro articolo, veniva spiegato che la Divisione delle costruzioni aveva rescisso tutti i contratti con la ditta in questione dopo aver saputo dell’apertura dell’inchiesta. Di fatto però la ditta risulta essere ancora attiva nel servizio callaneve dall’abitato di Olivone a Campra nonché sulla strada del Passo del Lucomagno (fresa e calla). Perché? «Nel primo caso la ditta in questione lavora in consorzio con un’altra ditta e rescindendo anche questo contratto ci saremmo esposti a richieste di risarcimento da parte di terzi – risponde Zali –. L’appalto relativo al passo è invece attribuito dalla Pro Lucomagno e non è quindi di un lotto cantonale».
Concorsi 2016: ‘Abbiamo pasticciato’
Nel comunicato stampa del Dt veniva sottolineato anche il corretto operato dei funzionari. Cosa risponde Zali invece a proposito di possibili favoritismi intercorsi tra il concorrente indagato e il capo delle Divisione delle costruzioni – che siedono nello stesso Cda di una società della Valle di Blenio – in particolare durante la preparazione del concorso da parte del Cantone? «Il capodivisione ammette uno scambio di informazioni con l’ex municipale, ma solo relative a questioni tecniche, non con l’intento di arrangiare commesse o favorire mandati e in ogni caso successive all’assegnazione del mandato del 2016», assicura Zali. Giovanni Simona, a capo dell’Ufficio dei servizi di manutenzione stradale (EMma), aggiunge: «L’appalto del 2016 è stato costruito da me e dal mio servizio con i miei collaboratori e il capodivisione non ci ha mai messo il naso. I dati tecnici messi in appalto li ho giudicati e approvati personalmente». In quell’occasione, ammette Simona, «abbiamo peccato di un po’ di inesperienza». Era infatti la prima volta che l’EMma si occupava di stilare un appalto pubblico per il servizio fresa neve, avendo il Dt fino ad allora proceduto tramite mandati diretti visto che gli importi lo permettevano. «Abbiamo ristretto troppo la paletta dei possibili partecipanti al concorso e proprio questo aspetto ha causato i ricorsi al Tram che poi abbiamo perso», continua Simona. Lo ammette anche Zali: «Ci abbiamo pasticciato; ne è la prova il fatto che abbiamo perso più ricorsi in quest’ambito rispetto ad altri settori relativi alla pulizia delle strade dalla neve». Perciò i nuovi appalti preparati nel 2017 hanno incluso dei correttivi che semplificavano i criteri di partecipazione, permettendo di allargare la paletta dei possibili concorrenti. «Inoltre abbiamo standardizzato l’appalto per tutti i quattro lotti dati a concorso nel 2018», continua Simona.
Il direttore del Dt rende attenti sulla trasparenza che contraddistingue l’attuale sistema: «Non facciamo le cose sottobanco. Tutto quello che facciamo è suscettibile di ricorso e può essere impugnato. Se ci danno torto, com’è successo in alcuni casi, significa che abbiamo torto». Ma perché in certi casi il Tram dà torto al Dt e quest’ultimo, dopo aver annullato il concorso, assegna comunque un mandato diretto allo stesso vincitore? «In un paio di casi, in Valle di Blenio e in Leventina, dopo l’annullamento del concorso abbiamo deciso di dividere i lotti e proporli ai due contendenti», risponde Giovanni Simona. Nel caso della Valle di Blenio, il funzionario precisa che è stato proposto il lotto dell’alta valle all’indagato e la Media al ricorrente: quest’ultimo non ha però accettato essendo interessato all’altro lotto per il quale si era detto disponibile a ricevere un mandato diretto. Ma il Cantone ha scelto l’altro. «A posteriori è difficile spiegare i motivi interni che hanno portato alla scelta dell’uno invece che dell’altro – aggiunge Zali –. Sta di fatto che il mandato diretto contiene un elemento di discrezionalità e il committente può quindi decidere di testa sua». La decisione presa a inizio 2018 è però di fatto caduta qualche settimana più tardi, quando il Dt è venuto a sapere dell’inchiesta.