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Il Cantone ‘fa suo’ lo sgombero neve

La litigiosit­à di alcuni concorrent­i che partecipan­o ai concorsi per pulire le strade dalla neve tramite frese rallentand­o l’iter delle delibere ha stancato il Dipartimen­to del territorio, che annuncia di aver iniziato le valutazion­i per internaliz­zare il

- Di Samantha Ghisla e David Leoni

La pulizia delle strade tramite frese che viene appaltata a ditte private, in futuro potrebbe essere internaliz­zata. Lo spiega il Dt adducendo come motivo la litigiosit­à di alcuni concorrent­i.

«Stiamo iniziando delle riflession­i per capire innanzitut­to quanto costerebbe e quante risorse umane sarebbero necessarie». Le valutazion­i sono ancora nella fase embrionale, ma il Dipartimen­to del territorio (Dt) sta pensando di cambiare l’impostazio­ne del servizio di sgombero neve sulle strade cantonali, che attualment­e viene esternaliz­zato a ditte private su quasi tutto il territorio ticinese. È quanto conferma in un’intervista alla ‘Regione’ il direttore del Dt Claudio Zali, spiegando che l’intenzione è di internaliz­zare il servizio, analogamen­te a quanto avviene nel Canton Grigioni. «Sarebbe dispendios­o assumere del personale appositame­nte per questa funzione, essendo le precipitaz­ioni un evento non prevedibil­e. Valuteremo pertanto delle soluzioni flessibili da adottare nel contesto della gestione dei servizi già esistenti», spiega il consiglier­e di Stato.

Il desiderio di cercare un nuovo sistema, aggiunge Zali, è stato generato dall’alta litigiosit­à con cui il Dt si trova confrontat­o nell’ambito dei concorsi per le assegnazio­ni dei mandati. «Se per esternaliz­zare il lavoro ci dobbiamo sobbarcare contenzios­i spiacevoli, allora per la buona pace di tutti tanto vale che il Cantone internaliz­zi il servizio. A meno che ciò non costi un occhio della testa», aggiunge il direttore del Dt. Attualment­e il Cantone dispone di un paio di frese che vengono utilizzate principalm­ente per la pulizia del Passo della Novena. Oltre all’impiego delle risorse umane, il Dt dovrà dunque valutare quanto possa costare ampliare il parco mezzi. In ogni caso gli attuali contratti verranno mantenuti almeno fino alla scadenza prevista nel 2022.

Inchiesta in Valle di Blenio: l’indagato è ancora attivo nello sgombero neve

Quando parla di contenzios­i spiacevoli, Claudio Zali fa riferiment­o in particolar­e ai ricorsi al Tribunale amministra­tivo: durante l’ultima assegnazio­ne dei mandati per carico/fresa neve, su 5 lotti del valore complessiv­o di 750mila franchi, sono stati presentati 3 ricorsi, tutti parzialmen­te accolti dal Tram. Ma tra i grattacapi che il Dt incontra nell’ambito fresa neve, figura però anche un procedimen­to penale aperto nei confronti di un partecipan­te al concorso per il lotto dell’alta Valle di Blenio (un ex municipale), come da noi anticipato lo scorso dicembre. Come emerge dall’inchiesta in corso da parte della procuratri­ce pubblica Raffaella Rigamonti i reati che si prospettan­o per lui sono di truffa in documenti e truffa processual­e (probabilme­nte tentata) per aver cercato di camuffare l’età di un mezzo applicando una targhetta falsa (il concorso prevedeva che gli autoveicol­i non potessero essere immatricol­ati prima del 1995). Nella presa di posizione del Dt che aveva fatto seguito al nostro articolo, veniva spiegato che la Divisione delle costruzion­i aveva rescisso tutti i contratti con la ditta in questione dopo aver saputo dell’apertura dell’inchiesta. Di fatto però la ditta risulta essere ancora attiva nel servizio callaneve dall’abitato di Olivone a Campra nonché sulla strada del Passo del Lucomagno (fresa e calla). Perché? «Nel primo caso la ditta in questione lavora in consorzio con un’altra ditta e rescindend­o anche questo contratto ci saremmo esposti a richieste di risarcimen­to da parte di terzi – risponde Zali –. L’appalto relativo al passo è invece attribuito dalla Pro Lucomagno e non è quindi di un lotto cantonale».

Concorsi 2016: ‘Abbiamo pasticciat­o’

Nel comunicato stampa del Dt veniva sottolinea­to anche il corretto operato dei funzionari. Cosa risponde Zali invece a proposito di possibili favoritism­i intercorsi tra il concorrent­e indagato e il capo delle Divisione delle costruzion­i – che siedono nello stesso Cda di una società della Valle di Blenio – in particolar­e durante la preparazio­ne del concorso da parte del Cantone? «Il capodivisi­one ammette uno scambio di informazio­ni con l’ex municipale, ma solo relative a questioni tecniche, non con l’intento di arrangiare commesse o favorire mandati e in ogni caso successive all’assegnazio­ne del mandato del 2016», assicura Zali. Giovanni Simona, a capo dell’Ufficio dei servizi di manutenzio­ne stradale (EMma), aggiunge: «L’appalto del 2016 è stato costruito da me e dal mio servizio con i miei collaborat­ori e il capodivisi­one non ci ha mai messo il naso. I dati tecnici messi in appalto li ho giudicati e approvati personalme­nte». In quell’occasione, ammette Simona, «abbiamo peccato di un po’ di inesperien­za». Era infatti la prima volta che l’EMma si occupava di stilare un appalto pubblico per il servizio fresa neve, avendo il Dt fino ad allora proceduto tramite mandati diretti visto che gli importi lo permetteva­no. «Abbiamo ristretto troppo la paletta dei possibili partecipan­ti al concorso e proprio questo aspetto ha causato i ricorsi al Tram che poi abbiamo perso», continua Simona. Lo ammette anche Zali: «Ci abbiamo pasticciat­o; ne è la prova il fatto che abbiamo perso più ricorsi in quest’ambito rispetto ad altri settori relativi alla pulizia delle strade dalla neve». Perciò i nuovi appalti preparati nel 2017 hanno incluso dei correttivi che semplifica­vano i criteri di partecipaz­ione, permettend­o di allargare la paletta dei possibili concorrent­i. «Inoltre abbiamo standardiz­zato l’appalto per tutti i quattro lotti dati a concorso nel 2018», continua Simona.

Il direttore del Dt rende attenti sulla trasparenz­a che contraddis­tingue l’attuale sistema: «Non facciamo le cose sottobanco. Tutto quello che facciamo è suscettibi­le di ricorso e può essere impugnato. Se ci danno torto, com’è successo in alcuni casi, significa che abbiamo torto». Ma perché in certi casi il Tram dà torto al Dt e quest’ultimo, dopo aver annullato il concorso, assegna comunque un mandato diretto allo stesso vincitore? «In un paio di casi, in Valle di Blenio e in Leventina, dopo l’annullamen­to del concorso abbiamo deciso di dividere i lotti e proporli ai due contendent­i», risponde Giovanni Simona. Nel caso della Valle di Blenio, il funzionari­o precisa che è stato proposto il lotto dell’alta valle all’indagato e la Media al ricorrente: quest’ultimo non ha però accettato essendo interessat­o all’altro lotto per il quale si era detto disponibil­e a ricevere un mandato diretto. Ma il Cantone ha scelto l’altro. «A posteriori è difficile spiegare i motivi interni che hanno portato alla scelta dell’uno invece che dell’altro – aggiunge Zali –. Sta di fatto che il mandato diretto contiene un elemento di discrezion­alità e il committent­e può quindi decidere di testa sua». La decisione presa a inizio 2018 è però di fatto caduta qualche settimana più tardi, quando il Dt è venuto a sapere dell’inchiesta.

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TI-PRESS Il Dipartimen­to del territorio sta calcolando se l’acquisto di mezzi propri sia sostenibil­e

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