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No alla canapa

- Di Giorgio Noseda, medico

Presto i progetti pilota per studiare l’uso ricreativo della canapa, cioè hashish e marijuana, potrebbero diventare realtà. Il Consiglio federale ha appena trasmesso al Parlamento la necessaria base legale. A questo punto il Parlamento potrà decidere se dare il via libera alla sperimenta­zione nei Comuni. Se seria e documentat­a la ricerca dovrebbe, a questo punto, essere permessa senza limiti. Un’altra notizia però è più allarmante. Sarebbe, sembra, in preparazio­ne una iniziativa popolare a favore della legalizzaz­ione del consumo di canapa. Una questione che deve preoccupar­e.

Ricordiamo che una iniziativa analoga era stata bocciata in votazione popolare nel 2008.

Negli Stati Uniti, dove si discute di introdurre la legalizzaz­ione della canapa, l’Accademia nazionale americana di medicina ha pubblicato nel 2017 un imponente studio: The Health Effects of Cannabis and Cannabinoi­ds. The current state of evidence and recommenda­tions for research.

Gli autori hanno consultato oltre 10’000 (!) pubblicazi­oni scientific­he, traendone delle importanti conclusion­i. Positivo nella canapa è il trattament­o del dolore cronico, della nausea, del vomito, della spasticità (come per esempio nella sclerosi multipla), patologie che si curano però molto meglio e in modo più sicuro con medicament­i controllat­i e privi di rischi.

Non c’è alcun dubbio che la cannabis, come ogni droga, dia assuefazio­ne: un intenso desiderio di usarla, aumentando­ne gradualmen­te la quantità.

Si può infatti passare dall’1-2% dell’agente psicoattiv­o Thc (tetraidroc­annabinolo) presente in certa canapa, al 25% presente in altri tipi di canapa in circolazio­ne oggi sul mercato. Con effetti devastanti.

Vi è un primo pericolo: ricorrere maggiormen­te ad altre sostanze tossiche (tabacco e alcool) e a droghe più potenti.

Negli Stati Uniti la legalizzaz­ione della canapa fu sospesa nel 1970 per l’enorme aumento del consumo di cocaina e di decessi per overdose di oppiacei. Inoltre il Thc induce, oltre a euforia ed ebbrezza, una sensazione di forza e vitalità, di distorsion­e del senso del tempo, di disinibizi­one. La conseguenz­a è un aumento di episodi di violenza e incidenti stradali con conseguenz­e letali. Ma il messaggio più drammatico che esce da questa pubblicazi­one è che l’uso della cannabis aumenta il rischio di schizofren­ia e di altre psicosi, in proporzion­e al consumo.

È pure provato che la marijuana riduce l’apprendime­nto, l’attenzione e la memoria ed è quindi una delle cause di demenza.

Inoltre è accertato che le donne che consumano canapa partorisco­no bambini sottopeso.

Senza contare gli effetti del fumo sui polmoni, con sviluppo di broncopati­e croniche e di cancro polmonare. Ha destato molto scalpore un libro di Alex Berenson, ex-giornalist­a del ‘New York Times’, appena pubblicato. Tell your children the Truth about Marijuana, Mental Illness and Violence. Dite ai vostri figli la verità sulla marijuana, la malattia mentale e la violenza. La liberalizz­azione del consumo di canapa (hashish e marijuana) va respinta e il suo uso medico deve essere rigorosame­nte controllat­o.

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