laRegione

Multinazio­nali, controprog­etto in cattive acque

Nel Plr c’è chi non vorrebbe nemmeno entrare in materia. Marty ritiene la soluzione della commission­e una presa in giro. Ma lascia la porta aperta.

- Di Stefano Guerra da Palazzo federale

Il Consiglio degli Stati annacqua il controprog­etto? «In quel caso si va a votare». Così Dick Marty lo scorso giugno alla ‘Regione’, dopo che il Nazionale adottò un suo controprog­etto indiretto all’iniziativa popolare ‘per imprese responsabi­li’ (cfr. sotto). Nel frattempo, la Commission­e degli affari giuridici degli Stati ha messo mano al testo dei colleghi deputati. Introducen­dovi una ‘clausola di sussidiari­età’ che se non lo annacqua, lo rende meno incisivo. Ai promotori non è andata giù. «È una presa in giro: se il plenum non corregge il tiro, bisognerà andare a votare sulla nostra iniziativa», dice l’ex ‘senatore’ liberale-radicale a pochi giorni dal dibattito.

Martedì può succedere di tutto. «Viste le maggioranz­e risicate in commission­e, l’esito è aperto. È molto difficile prevedere come finirà», afferma il presidente della Cag-S Robert Cramer (Verdi/Ge). Le cose sembrano però mettersi male per il controprog­etto. Una parte dei ‘senatori’ del Plr non ha gradito la secca risposta di Marty & Co. alle proposte della commission­e, che su alcuni punti (l’obbligo di diligenza esteso alle “relazioni commercial­i con terzi” e non limitato ai fornitori, ad esempio: cfr. sotto e infografic­a) sono più osé di quanto avrebbero voluto. E pure tra i ranghi del Ppd c’è ormai chi si chiede che senso abbia intestardi­rsi nel portare avanti un controprog­etto che i promotori dell’iniziativa non digeriscon­o. Alcuni ‘senatori’, da noi contattati, concordano: nemmeno l’entrata in materia (c’è una richiesta in tal senso del Plr Ruedi Noser) è acquisita. E se anche lo scoglio venisse superato, il rischio che tutto capotti nella votazione sul complesso è concreto. Marty, dal canto suo, ribadisce: «Abbiamo già fatto concession­i importanti. Non possono pretendere che cediamo ancora: sennò tradiamo le moltissime persone che ci sostengono». Il nodo è la responsabi­lità civile (cfr. sotto). Alcuni ‘senatori’ Plr vorrebbero stralciarl­a dal controprog­etto. O almeno attenuarne la portata con una ‘clausola di sussidiari­età’. Economiesu­isse e partiti borghesi temono un’ondata di cause civili in Svizzera da parte di vittime di violazioni dei diritti umani e ambientali in tutto il mondo. Vorrebbero perciò che, prima di poter avviare una causa in Svizzera contro la società madre, le vittime dimostrass­ero che nel loro Paese non è possibile condurre un’azione legale con tutti i crismi dello Stato di diritto nei confronti della filiale.

Per Marty così «si creerebbe un nuovo ostacolo per le vittime, che rende di fatto impossibil­e la responsabi­lità civile». L’ex consiglier­e agli Stati teme «processi interminab­ili» e «il grave rischio che la questione cada in prescrizio­ne». E poi già oggi una causa civile non è una passeggiat­a. «Una pioggia di processi? Non è vero. Non è così facile: l’asticella è posta molto in alto. La parte lesa deve portare le prove. E i tribunali civili svizzeri chiedono sempre l’anticipo delle spese: sono azioni estremamen­te difficili e costose. Oltretutto, l’iniziativa prevede la prova liberatori­a: le società non saranno ritenute responsabi­li se proveranno di aver preso tutte le misure del caso per impedire i danni». Dick Marty lascia comunque la porta aperta a un controprog­etto «con una sussidiari­età geografica­mente limitata, valida solo per i Paesi con uno Stato di diritto degno di tale nome» e assortito «di una clausola di salvaguard­ia per la prescrizio­ne».

Capiti quel che capiti martedì, il dossier tornerà al Nazionale. Per appianare le divergenze fra i due controprog­etti. Oppure, se la proposta della Cag-S sarà naufragata, per decidere la sorte del controprog­etto restante: archiviarl­o o mantenerlo in vita, nella speranza che poi i ‘senatori’ scendano a più miti consigli? Si vedrà. Quel che è certo è che se verrà concessa la proroga per il trattament­o dell’iniziativa, la votazione slitterebb­e al 2021.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland