Pedretti (Bienne): ‘Questo Ambrì non è una sorpresa’
Marco Pedretti lancia la sfida ai suoi ex compagni. ‘Sappiamo che non sarà facile. E a me questo Ambrì non sorprende’.
«Se guardassimo solo all’indietro, potremmo credere che sia un compito facile. Invece sarà l’esatto contrario». Insomma, il passato è passato. Lo sa bene Marco Pedretti, nonostante il suo Bienne in regular season abbia fatto il pieno contro l’Ambrì, vincendo tutti i 12 punti in palio nelle quattro sfide in programma. «È vero, le prime due sfide sono terminate con altrettante vittorie (5-1 e 6-0, ndr), ma le ultime partite sono state decisamente più combattute (3-0 e 3-1, con due grandi prestazioni di Jonas Hiller, ndr). La verità è che saranno i dettagli a decidere l’esito di questo quarto», continua il ventisettenne attaccante dei seeländer, che tra il 2012 e il 2014 ha vestito per due stagioni la maglia biancoblù. «Onestamente sono sorpreso solo fino a un certo punto della progressione compiuta dall’Ambrì – continua il giurassiano –. La nuova impronta data da Luca Cereda e l’ottimo lavoro svolto con i giovani sono risultati che pagano, e l’Ambrì si ritrova giustamente e con pieno merito al quinto posto. Con un collettivo che ha dalla sua una mentalità combattiva. Ovviamente conosciamo le qualità realizzative del blocco formato da Kubalik, Zwerger e Müller, e sicuramente il nostro allenatore Antti Törmänen studierà delle contromisure, ma non ci sono solamente loro tre da tenere d’occhio. Anche le altre linee sono pericolose, e possono segnare in qualsiasi momento. Senza contare, poi, che i biancoblù dispongono di un powerplay davvero impressionante (è il secondo dell’intera Lega con oltre il 20% di riuscita ndr)».
I seeländer hanno il vantaggio di giocare in casa l’eventuale gara 7. ‘Meglio così che nella bolgia della Valascia…’
Nonostante Pedretti non voglia esporsi troppo, il Bienne in questa serie parte comunque leggermente favorito, anche perché l’eventuale settima sfida si giocherebbe alla Tissot Arena. «Ovviamente conosco bene il clima che c’è alla Valascia, e giocarsi una sfida da dentro o fuori in quella bolgia sarebbe molto più complicato rispetto a poterlo fare in casa».
A Bienne le aspettative sono alte, specialmente quelle dei tifosi. «Abbiamo cominciato molto bene la stagione, poi le cose si sono complicate tra Natale e all’inizio dell’anno nuovo. Forse in entrata eravamo noi la sorpresa, ma poi gli avversari si sono adeguati e per noi tutto si è fatto più difficile. In definitiva, direi però che il nostro cammino sin qui nell’insieme è buono, in una stagione tanto combattuta. Ovviamente, dopo i quarti di due anni fa e la semifinale della scorsa stagione, il pubblico si aspetta che facciamo un altro step. Quindi sì, c’è pressione, ma dobbiamo restare realisti: non siamo stati costruiti per vincere un titolo, pur se ovviamente ci proveremo». A livello personale le prestazioni di Pedretti ricalcano un po’ quelle della sua squadra. «Dopo un buon inizio ho incontrato maggiori difficoltà, e con il passare del tempo il mio ruolo è un po’ cambiato, siccome ho iniziato pure a giocare in inferiorità numerica, cosa che prima non succedeva. Così ho collezionato meno punti (16, ndr) rispetto agli ultimi due anni».
I bernesi in stagione hanno proposto anche alcune belle sorprese, come il 23enne attaccante Michael Hügli e il 18enne difensore Janis Moser. «Il primo già a Rapperswil aveva lasciato intravvedere il suo potenziale, mente il secondo è letteralmente esploso e porta un’incredibile calma sul ghiaccio».
I due potrebbero rappresentare il futuro del Bienne, mentre Pedretti tra poche settimane farà parte del passato. «Ho scelto Zurigo perché avevo voglia di una nuova sfida, ma di Bienne serberò sempre un bel ricordo». Un po’ come per quell’Ambrì che lo lanciò nella massima Lega. “È sempre qualcosa di speciale, affrontare i biancoblù. Quando si qualificarono l’ultima volta ai playoff, nel 2014, c’ero anch’io. E poi è bello incontrare alla Valascia gente e tifosi che frequentavo un tempo».
E nelle fila leventinesi c’è un volto che Pedretti conosce molto bene, ovvero quello di un Benjamin Conz, che è nato soli 17 giorni prima di lui. «Siamo entrambi di Fontenais, e andavamo a scuola assieme. Col tempo ci siamo persi un po’ di vista, ma fa sempre piacere vedere dei giurassiani in National League e sarà speciale affrontare Benji nei playoff».
Dove, clamorosamente, non ci saranno né Zsc, né Friborgo e Davos. «È la dimostrazione che non conta solo il budget – conclude Pedretti –. Ed è un’ottima cosa per l’hockey svizzero».