Il cardinale dimesso
Parigi/Roma – Philippe Barbarin andrà dal papa tra pochi giorni per presentargli le proprie dimissioni. Il cardinale arcivescovo di Lione, 68 anni, è stato condannato ieri a sei mesi di reclusione con la condizionale per la mancata denuncia degli abusi sessuali perpetrati negli anni 70 e 80 durante i campi scout da padre Bernard Preynat. Il tribunale di Lione ha giudicato Barbarin colpevole di non aver denunciato, tra il 2014 e il 2015, i maltrattamenti.
Un reato certamente diverso dagli abusi sessuali costati al cardinale George Pell la condanna di un tribunale australiano, ma di uguale gravità nella vicenda che sta screditando la chiesa cattolica. Barbarin, tra le personalità più note e influenti della Chiesa francese, non era presente al momento del verdetto, ma i suoi legali hanno subito annunciato ricorso in Appello. A fine dibattimento, in gennaio, il pm non aveva chiesto condanne, né contro Barbarin né contro altri cinque ex membri della diocesi. Lo stesso Barbarin ha “preso atto” della decisione della corte, ribadendo il dolore e la “compassione per le vittime”. Soddisfazione è stata invece espressa da François Devaux, presidente dell’associazione ‘La Parole liberée’ in difesa degli abusati.
Un gruppo di vittime di padre Preynat aveva accusato il cardinale e il suo entourage di non aver denunciato il religioso e di aver tardato nella decisione di sospenderlo dai suoi impegni pastorali. Cappellano scout negli anni 70 e 80 nei sobborghi di Lione, il sacerdote avrebbe abusato di circa 70 giovani.
In una dichiarazione letta in tribunale in gennaio, Barbarin aveva affermato di non aver “mai cercato di nascondermi e tanto meno di coprire questi fatti orribili”. Il 31 agosto 2015 aveva rimosso PreyBarbarin nat dalle funzioni. Un po’ tardi.