La guerra del 5G entra nel vivo Huawei fa causa all’Amministrazione Trump
Washington – “Siamo in guerra”. Ren Zhengfei, il fondatore di Huawei, lo dice da giorni, e ieri ha sparato il primo colpo, facendo causa agli Stati Uniti. Il colosso cinese delle telecomunicazioni accusa l’amministrazione Trump e il Congresso di aver violato la stessa costituzione americana mettendo al bando le sue tecnologie.
Un passo annunciato, nel corso di un incontro con la stampa nel quartier generale di Shenzhen, e che rischia di provocare una nuova escalation nei rapporti tra Stati Uniti e Cina, e persino di pregiudicare la storica intesa sui dazi che Donald Trump e Xi Jinping dovrebbero firmare a fine marzo in Florida.
Ma in gioco c’è una partita ben più ampia delle dispute commerciali. C’è la conquista del primato nel business delle reti di telecomunicazioni di nuova generazione 5G, un terreno su cui la competizione tra Usa e Cina non fa che inasprirsi. Washington preme su tutte le capitali alleate perché adottino la linea dura contro le tecnologie cinesi. Una posizione inaccettabile per Huawei, che teme di vedere compromessi gli accordi già a buon punto con Paesi come Regno Unito, Germania, Emirati Arabi o Corea del Sud. Oggetto dell’azione legale avviata in Texas c’è la norma contenuta nel National Defense Authorization Act che, per motivi di sicurezza nazionale, vieta alle agenzie federali di comprare dispositivi e componenti hi-tech da società legate al governo di Pechino, come Huawei e Zte, che se ne servirebbe per il proprio spionaggio.