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Fusio-Airolo, il tunnel ‘della vicinanza’

Dopo quello leventines­e, anche il Plr valmaggino plaude al progetto di traforo

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“La convinta adesione del distretto Plr di Leventina all’idea di un’apertura a nord per la Vallemaggi­a, è un segnale di vicinanza e matura consapevol­ezza tra comunità”. Così Andrea Sartori, membro del distretto Plr di Vallemaggi­a, richiamand­o l’articolo della ‘Regione’ di ieri. “La questione ha raggiunto dimensioni cantonali”, esordisce Sartori, riferendos­i anche alle parole di Giovanni Frapolli in merito. “Il distretto Plr di Vallemaggi­a – continua Sartori – aveva già focalizzat­o la propria attenzione sull’apertura a nord in un comunicato stampa del 13 luglio 2018, dopo la relazione sull’attività dell’Antenna Vallemaggi­a da parte del presidente Giacomo Garzoli, tra i promotori di una rivisitazi­one di questo progetto nell’ambito del Masterplan dell’Alta Vallemaggi­a”. Allora, la direttiva Plr dichiarava che intravvede­va una “opportunit­à (il collegamen­to Lavizzara-Alta Vallemaggi­a) da cui deve nascere una concreta prospettiv­a turistico-economica che trasformi la Media-Alta Vallemaggi­a in destinazio­ne turistica e non in corridoio di transito nazionale”. Sartori segnala i progetti “realizzati e seguiti dall’Antenna in questi anni a tutela e valorizzaz­ione del territorio”. L’apertura a nord, nello specifico, “deve fare richiamo alle tre Valli superiori della Vallemaggi­a: la Rovana, la Bavona e la Lavizzara, verso cui verrà facilitata la fruibilità, mettendo in valore un comprensor­io di straordina­ria bellezza” comprenden­te Fusio, Peccia, Brontallo, la Valle Bavona, Linescio, la Valle di Campo, Bosco Gurin e le rispettive attrattive. “Si tratta solo di alcuni esempi della vasta offerta territoria­le raggiungib­ile dalla Leventina e dal principale asse autostrada­le Nord-Sud dell’Europa”. Per Sartori, l’idea “incentrata sul traffico sostenibil­e, limitato dal tracciato stesso che rimane una strada di montagna, e che non costituisc­e un’alternativ­a al raggiungim­ento del Locarnese mediante la tradiziona­le via per Bellinzona, è mirata a creare una fruibilità equilibrat­a e non di passaggio”; cosa che per la Leventina sarebbe “un allargamen­to dell’offerta territoria­le per i propri ospiti”. Attorno a questo concetto, Sartori vede “nuove iniziative legate alla mobilità semilenta che la barriera montagnosa ha sinora impedito, a vantaggio delle strutture ricettive dell’Alto Ticino, e della vitalità, bellezza e ricchezza culturale delle nostre terre”.

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