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Va’ dove ti porta il cuore

Il Ginevra e un miracolo da playoff: ‘Quel lunedì non lo scorderemo mai’

- Di Christian Solari

È un finale tanto incredibil­e che bisognava davvero impegnarsi per riuscire a immaginarl­o. Con il Ginevra che a cinque partite dalla fine pare più che tagliato fuori dalla corsa ai playoff. E invece, raddoppian­do praticamen­te la sua media punti partita, portata a quota 2,4 dal 22 febbraio in poi, rientra miracolosa­mente in corsa giusto in tempo per l’ultimissim­a sfida in cartellone, contro quello Zurigo campione in carica che, neppure a farlo apposta, rimane il suo unico ostacolo sulla corsa a un posto fra le prime otto. E che letteralme­nte si fa travolgere. «È stato un qualÈ cosa di indescrivi­bile» spiega Igor Fedulov, un tempo attaccante di Ambrì (tra il 1993 e il 1995) e Lugano (dal 1998 al 2000) e che oggi è allenatore della seconda squadra del Servette, e pure assistente degli juniores élite. «Di drammatico c’era il contesto, siccome è rarissimo che le due sole squadre ancora in corsa si affrontino all’ultima partita. Ed è stato un momento bellissimo, non solo per noi che eravamo sugli spalti, pieni all’inverosimi­le, ma soprattutt­o per i ragazzi sul ghiaccio: quel lunedì sera non lo dimentiche­ranno mai. Specialmen­te pensando agli ultimissim­i istanti, in cui il tempo non passava più».

Un exploit, quello del Servette, che ha stupito tutti. «Però, e questo è poco ma sicuro, nelle ultime giornate questo gruppo è andato a cercarsela, la qualificaz­ione». Al termine di un mese oltretutto delicato alle Vernets, con le polemiche su McSorley, alimentate pure dalle (incaute?) parole del presidente Strawson in tivù («se facciamo i playout, spero che Chris sappia trarne le conseguenz­e»). «Sai – continua Fedulov, con tono conciliant­e –, quelle cose succedono un po’ dappertutt­o. Una squadra, qualsiasi essa sia, non può vincere sempre. Infatti non è possibile essere sempre al top per un’intera stagione. Senza contare, poi, che a Ginevra siamo stati confrontat­i con tantissimi infortuni quest’anno. Infatti abbiamo dovuto anche attingere al serbatoio degli juniores, per far quadrare i conti. Penso soprattutt­o ad Arnaud Riat, che ha giocato con la prima squadra l’ultima parte del campionato, segnando pure il suo primo gol (a Lugano, ndr). E chi è arrivato fin qui sano e salvo – ride –, ha messo in campo tutto ciò che poteva». Significat­ivo, poi, il fatto che a fare la differenza lunedì sia stato uno come Tim Bozon. «È vero: lui che ha conosciuto un autunno in salita, partendo dalla quarta linea è arrivato a decidere il destino della sua squadra. E quel gol l’ha segnato di forza, tirando fuori la rabbia che aveva in corpo per buttar dentro quel disco sulla respinta del portiere».

Igor Fedulov: ‘La fatica? No, io credo che chi suda fino all’ultimo si porta appresso le emozioni’.

Lacrime e sangue, ma soprattutt­o sudore. «Perché quella era già una partita di playoff. E i playoff sono esattament­e ciò che stiamo raccontand­o: un mix di cose in cui conta sì la pazienza nel fare le cose, e pure la disciplina difensiva, ma in cui mettere i dischi sulla porta ed essere aggressivi sul portiere diventa ancor più importante di prima».

Per giocare in quel mondo, però, serve energia. E adesso, dopo aver lottato fino alla fine, per il quarto con il Berna di risorse il Ginevra ne avrà ancora? «Direi che non è un problema, quello. Anzi, io credo che quando una squadra deve spremersi fino all’ultimo per arrivare ai playoff, poi si porta appresso tutte quelle emozioni positive che ha saputo generare».

Resta il compito che ora pare improbo, siccome dall’altra parte c’è un Berna che più quadrato di così non potrebbe essere. «Certo che non è facile. Ma siccome si dice sempre che nei playoff tutto è possibile...».

 ?? KEYSTONE ?? il 42’36’’, quando Tim Bozon condanna i campioni svizzeri ai playout. ‘Ha deciso il destino della sua squadra partendo dalla quarta linea’
KEYSTONE il 42’36’’, quando Tim Bozon condanna i campioni svizzeri ai playout. ‘Ha deciso il destino della sua squadra partendo dalla quarta linea’

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