Acquedotto 5G, una gestione delle risorse ‘tecnologica’
L’acquedotto ‘tecnologico’ di Gordola e un progetto della Supsi presentato in vari convegni mondiali Bruno Storni: ‘Con queste nuove tecnologie si risparmia energia e si perde meno acqua’
La tecnologia 5G non serve solo per scaricare film ad altissima velocità, ma servirà sempre più nei prossimi anni per una migliore gestione delle risorse, dall’energia all’acqua. E in Ticino le basi sono più che buone. Il cosiddetto ‘internet delle cose’ c’è già e, rileva a colloquio con ‘laRegione’ l’ingegner Bruno Storni, «un esempio è la gestione degli acquedotti, concetti innovativi che abbiamo presentato quale esempio di innovazione svizzera invitati ad una tavola rotonda tenutasi a Ho Chi Mihn City, in Vietnam, sulle ‘Smart cities’ come soluzione alle esigenze delle Città del futuro, sempre più popolose e con risorse naturali limitate, in particolare l’acqua». Già, perché alla fine con le nuove tecnologie finisce spesso così. Si pensa in grande, come è giusto che sia, ma poi la concreta attuazione il più delle volte si vede in piccolo, nella quotidianità. E se si parla di quotidianità, parliamo appunto di acqua potabile. «Grazie all’‘internet delle cose’ – spiega Storni – possiamo monitorare meglio la rete idrica, sovente vetusta e a forte rischio di rotture, con sistemi di telecomunicazione moderni dedicati alla sensorica e ai sistemi di misura». Tradotto: «Sostituire le condotte è costoso, sono interrate sotto strade trafficate, i disagi e le difficoltà sono grandi, ci vuole tempo». Grazie alle nuove tecnologie, «negli ultimi anni i contatori dell’acqua potabile hanno subito importanti innovazioni con la microelettronica che misura il flusso d’acqua con ultrasuoni ed elabora i dati trasmettendoli online». Insomma, anche un banale contatore è diventato una ‘cosa’ dell’internet delle cose’. E un esempio per far capire ancora meglio quello di cui si sta parlando è a Gordola, dove Storni è municipale. «Sì, abbiamo già in funzione alcune centinaia di contatori online che comunicano direttamente con il Cloud, dove troviamo le informazioni sullo stato dei consumi e della rete». Ma alla fine, quindi: il futuro è già qui? «Beh – risponde Storni –, intanto l’esperienza in corso a Gordola già ci permette un miglior controllo della rete idrica, un rilevamento più tempestivo delle perdite e, ad esempio, quest’inverno abbiamo registrato i consumi più bassi da sempre». È la risposta alle perdite e ai rischi di contaminazione dell’acqua, ribadisce Storni, «man mano che mettiamo in rete nuovi contatori presso le utenze, facciano venire alla luce le perdite; chiaramente ci vuole metodo, stiamo imparando molto». Un sistema, quello utilizzato a Gordola, che da tempo adotta strategie innovative per risparmiare acqua e energia (premio Watt d’Or 2010) e da qualche anno integra i concetti dell’‘internet delle cose’ per modernizzare la gestione dell’acquedotto. Concetti che hanno suscitato interesse a livello internazionale, presentati in importanti eventi
tenutisi a New York (Swiss Us Innovative Energy Days), Astana (Seminario Toward Smart Cities) e Città del Capo (South African Innovation Summit) come esempio virtuoso di innovazione svizzera e sono parte di un progetto Supsi in corso che mira a sviluppare buone pratiche e applicare nuove tecnologie
nella gestione dell’acqua potabile. Insomma, il Ticino sembrerebbe essere più che pronto se l’impatto con la quotidianità è la misura con cui si valutano i grandi cambiamenti. E sì, quello del 5G sarà un cambiamento non indifferente visto che, si stima, «genererà un giro d’affari che, globalmente, nel 2030 arriverà a
13mila miliardi». E per tornare al discorso del futuro sì, conclude Storni, «il futuro è già davvero qui, anche se dobbiamo relativizzare: tra una quindicina d’anni quando si cambieremo i contatori degli acquedotti si userà sicuramente la tecnologia 5G se non già la 6G. Ma tutto il resto c’è già, le basi sono poste».