L’Ambrì, il Lugano e la marcia in più
Perso il primo atto, Chiesa rilancia la sfida con lo Zugo: ‘Abbiamo i mezzi per giocarci fino in fondo il posto in semifinale’
Sconfitte al debutto nei quarti, le due ticinesi vogliono crescere sul piano della costanza. Cereda: ‘Le battaglie dobbiamo andarcele a cercare’. Chiesa: ‘Non basta fare bene solo a sprazzi’.
Zugo – Troppo solido. Il primo tentativo di espugnare la Bossard Arena del Lugano si infrange contro il muro di uno Zugo troppo solido, compatto e pure furbo. Gara 1 si fa subito in salita per i bianconeri, già in ritardo di una rete dopo nemmeno due minuti e mezzo. E da lì poi, per i bianconeri la partita diventa una lunga rincorsa. Vana, perché i padroni di casa danno l’impressione di essere sempre una spanna avanti rispetto a Chiesa e compagni, che solo nel finale, dopo aver trovato il 3-2, riescono a insinuare perlomeno il seme del dubbio negli avversari. «Quando giochi alla Bossard Arena, sei consapevole che nei primi minuti rischi di trovarti sotto grande pressione – commenta capitan Chiesa –. Ci eravamo preparati per questo, ma la penalità rimediata subito in avvio ha mandato a monte i piani. Forse eravamo un po’ fuori posizione, ma il powerplay dello Zugo è stato davvero micidiale. A quel punto abbiamo perso il filo del discorso, e in poco tempo ci siamo ritrovati in ritardo di due reti». Col passare dei minuti, comunque, il Lugano ha saputo tornare in partita, restandoci fino alla terza sirena: «Nella seconda parte della partita siamo cresciuti: abbiamo fatto qualche aggiustamento, riuscendo a uscire con più tempismo dalla nostra zona e sganciando in velocità gli attaccanti. Ma purtroppo non è bastato per riacciuffare gli avversari».
Chiesa, comunque, non demorde. E lancia già la sfida per il secondo round della serie: «Nutriamo molto rispetto per lo Zugo, ma non lo temiamo. Siamo consapevoli dei nostri mezzi, consapevoli che possiamo giocarcela e giocarci fino in fondo l’accesso alla semifinale. Alla Bossard Arena, in gara 1, l’abbiamo dimostrato».
Sono da prevedere correttivi per la sfida di domani? «Cambiamenti no, miglioramenti sì. In gara 1 le cose positive non sono mancate: abbiamo solo peccato nella costanza con cui le abbiamo proposte. Oltre a migliorare alcuni aspetti, dovremo essere più costanti. E cercare di attenerci alle consegne di Ireland per tutta la
partita, e non a sprazzi. Se lo sapremo fare per tutti e 60 i minuti (o anche di più se necessario) potremo dire la nostra». «Possiamo fare meglio di così, e lo sappiamo – analizza Greg Ireland –. Soprattutto nel gioco a ranghi completi, dove per lunghi tratti lo Zugo ci è stato superiore. A volte la nostra azione è stata un po’ scoordinata, disconnessa. Ma mi è piaciuta l’intensità che i miei giocatori hanno messo in questa battaglia. Sono stati bravi a non mollare, a continuare a lottare fino alla fine. Ciò che sarà sicuramente da migliorare è l’impegno nel rispettare di più il gameplan: in gara 1, soprattutto nei primi minuti, non ci siamo riusciti».