Venezuela, 13 morti a causa del blackout
Nicolas Maduro ha definito la mancanza di corrente un ‘sabotaggio’ degli Usa
Il blackout che paralizza il Venezuela da giovedì scorso ha avuto conseguenze drammatiche: sabato sono morte 13 persone in un solo ospedale a causa dei macchinari resi inutilizzabili per la mancanza di corrente. Intanto ieri il presidente del Paese Nicolas Maduro ha definito il blackout “un’imboscata imperiale” e l’“attacco elettrico più grande che sia mai avvenuto nella storia dell’America Latina”, annunciando che sono in corso i lavori per ristabilire l’elettricità. Il presidente venezuelano ha quindi ribadito che il blackout è stato causato da una serie di “attacchi cibernetici, elettromagnetici e fisici”, in un’operazione di “sabotaggio criminale” organizzata dagli Stati Uniti e messa in atto con la complicità di “sabotatori golpisti infiltrati” nell’ente elettrico nazionale Corpoelec. In un discorso al Palazzo di Miraflores, Maduro ha detto che in tre occasioni il governo era riuscito a ristabilire l’erogazione di corrente, e ogni volta si sono registrati attacchi e sabotaggi che hanno vanificato i suoi sforzi. Per l’opposizione, invece, il blackout è solo un episodio particolarmente acuto in un processo di deterioramento della rete elettrica che va avanti da oltre un decennio. Nel frattempo il ‘New York Times’ ha fatto luce sul rogo scoppiato su un camion con aiuti umanitari il 23 febbraio: a dare fuoco al veicolo non è stato il regime di Nicolas Maduro, come più volte riferito dalle autorità statunitense, ma un manifestante anti-Maduro. Il filmato in questione era stato diffuso dal governo colombiano che aveva subito puntato il dito contro il regime di Maduro. Ma il video è stato ritoccato. Sono stati infatti rimossi 13 minuti di filmato che mostrano una verità diversa: il fuoco è stato causato involontariamente da un manifestante anti-Maduro che ha lanciato una bomba molotov, la quale si sarebbe spezzata in volo andando a finire in parte contro la polizia e in parte sul camion. L’incidente degli aiuti umanitari dati alle fiamme ha scatenato una ferma condanna da parte degli Stati Uniti, le cui autorità si sono “affrettate” a criticare senza aver accertato i fatti, ha sottolineato il ‘New York Times’.