Soldi sporchi: condannata avvocatessa
È stata ritenuta colpevole di aver gestito relazioni bancarie in vari istituti di credito luganesi dove confluivano soldi provento di usura. La Corte di Cassazione, terzo ed ultimo grado della giustizia italiana, ha reso definitiva la condanna a sei anni di carcere per riciclaggio di un’avvocatessa 49enne italiana. Sui conti aperti a Lugano finivano i soldi ‘sporchi’ riconducibili a Vincenzo Guida e Alberto Fiorentino, già noti per essere stati esponenti di spicco della “Nuova Famiglia”, organizzazione camorristica attiva negli anni Novanta. Secondo quando riferì un funzionario di banca interrogato dopo una rogatoria internazionale, la donna avrebbe fatto in modo che fosse aperto un conto intestato alla figlia di Guida che avrebbe fatto da prestanome. I soldi furono spostati da una banca all’altra, e dalla Svizzera, stando agli inquirenti, si sarebbe tentato di trasferire i soldi in Lussemburgo, ma le norme sulla trasparenza fiscale introdotte nel 2015 non hanno permesso quest’ultimo passaggio. L’avvocatessa fu arrestata nel settembre 2016 nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta ‘Banca della camorra’ di piazza Risorgimento a Milano, una sorta di istituto di credito clandestino gestito da Guida e Fiorentino che prestava soldi agli imprenditori a tassi usurari. Gli inquirenti ritengono che il conto sia stato gestito dall’avvocatessa dal 2003 al 2015. Alle banche di Lugano la figlia di Guida era stata fatta passare come figlia di un ricco industriale trasferito in Brasile, che le aveva lasciato una notevole ricchezza a Milano.