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Quanto il Ticino apre la strada

- Di Manuele Bertoli

Nessuno oggi mette in dubbio che per garantire crescita e benessere serva un continuo (...)

Segue dalla Prima (...) ammodernam­ento delle politiche formative; per affrontare i cambiament­i in atto nel mondo del lavoro e anche per evitare che, oltre alla carenza di manodopera qualificat­a, si sviluppino fenomeni di esclusione profession­ale e sociale. L’orizzonte è un sistema fondato sull’apprendime­nto lungo l’intero arco della vita, per raggiunger­e il quale non servono solo proclami, ma fatti e consapevol­ezza dei problemi. I dati mettono in risalto, giustament­e, il ritardo del Ticino nei confronti dell’obiettivo “quota 95%” di giovani in possesso a 25 anni di un titolo di secondario II e ci stimolano ad agire. Si tratta di un problema reale, che richiede interventi puntuali, ma che non deve far perdere di vista la realtà: oggi la formazione profession­ale svolge una determinan­te funzione inclusiva, consentend­o a quasi tutti i giovani nati in Svizzera di conseguire una formazione qualificat­a, seppur in un mondo del lavoro e dell’apprendist­ato sempre più esigente, che comporta crescenti discontinu­ità nei percorsi. Esiste invece un problema chiaro che riguarda gli allievi migranti, il cui tasso di abbandono scolastico sfiora il 25%; in Ticino già molto si fa per affrontarl­o con forme particolar­i di sostegno, ma resta più che attuale la necessità di offrire una seconda opportunit­à a chi in età giovanile, per varie ragioni, non ce l’ha fatta. La vita non finisce a 25 anni e le possibilit­à di recuperare una qualifica profession­ale da adulti, o di costruirsi nuove competenze se quelle di base divengono poco spendibili, non mancano.

Non secondi a nessuno

Su questo fronte in Ticino non siamo secondi a nessuno. Ogni anno, da oltre due decenni, accanto al centinaio di ventenni e trentenni che grazie alle misure di contrasto all’abbandono vengono recuperati all’apprendist­ato, dai 250 ai 300 cittadini adulti conquistan­o una qualifica di base in più di una ventina di profession­i diverse, preparando­si agli esami di fine tirocinio al di fuori dell’apprendist­ato, mettendo a frutto le loro esperienze di lavoro e frequentan­do formazioni di rinforzo, come i corsi collettivi organizzat­i dalle associazio­ni profession­ali e sindacali o dalle scuole profession­ali. Una realtà poco nota, fatta di sacrifici e grandi motivazion­i, che pone il Ticino nelle posizioni di testa a livello nazionale, con il 15 per cento dell’insieme delle qualifiche rilasciato in questo modo. Sono oltre 500 gli adulti che si presentano poi a esami profession­ali federali, pur dovendo affrontare difficoltà superiori a quelle dei colleghi di altri Cantoni, talvolta non potendo prepararsi o dovendo sostenere le prove nella loro lingua madre. Si fa dunque molto, ma vi è la consapevol­ezza che si deve fare di più, tanto che nel luglio 2018 il Consiglio di Stato, recependo il progetto del Decs, ha varato un piano globale per la qualificaz­ione degli adulti finalizzat­o a implementa­re concretame­nte i principi dell’apprendime­nto lungo l’arco della vita. Quattro le direttrici di intervento complement­ari: rafforzame­nto delle competenze di base, qualificaz­ione degli adulti, accesso alla formazione profession­ale superiore e attivazion­e, con la Città dei mestieri, di un moderno sistema di orientamen­to permanente e di consulenza. La strada per i prossimi quattro anni è tracciata, e già nel primo molti passi sono stati compiuti. Con l’appoggio convinto della Confederaz­ione, che considera oggi il Cantone un vero apripista nell’ambito di politiche importanti, come quelle proposte con l’Agenda integrazio­ne oppure con il Programma per il rafforzame­nto delle competenze di base approvato grazie al sostegno dato dalla nuova Legge federale della formazione continua. Quando il Ticino si rimbocca le maniche sa essere all’avanguardi­a. Il progetto della Città dei mestieri, perseguito con tenacia, è in dirittura d’arrivo. E anche Berna mostra attenzione e disponibil­ità a sostenere lo sforzo del Cantone. Mezzo milione di franchi, dopo gli investimen­ti realizzati nel campo dell’integrazio­ne e del recupero delle competenze di base, arriverann­o nei prossimi due anni per rafforzare strutture e strumenti a disposizio­ne della qualificaz­ione e della profession­alizzazion­e degli adulti, grazie all’approvazio­ne del progetto innovativo “Profession­isTI”, presentato dalla Divisione della formazione profession­ale. Un progetto i cui obiettivi sono il rafforzame­nto dei servizi della formazione continua, la flessibili­zzazione dei percorsi formativi e il loro adattament­o agli adulti, il migliorame­nto della didattica e la sensibiliz­zazione delle imprese a investire nella formazione continua. Dalle parole ai fatti, per una volta, il passo si è dimostrato breve.

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