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Alla Commission­e della concorrenz­a non piace neppure la Lia bis

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Neanche la cosiddetta Lia bis piace alla Comco. In altre parole, non convince la Commission­e della concorrenz­a neppure l’iniziativa parlamenta­re, denominata ‘Istituzion­e di un albo delle imprese artigianal­i’, con cui il Gran Consiglio tenta di salvare lo spirito dell’originale Legge sulle imprese artigianal­i – che ha formalment­e abrogato lo scorso novembre su richiesta del governo, dopo le sentenze del Tribunale cantonale amministra­tivo – con norme compatibil­i con il diritto federale. Un tentativo che, come riferito ieri dal ‘Corriere del Ticino’, solleva le critiche della Comco. La presa di posizione della Commission­e della concorrenz­a conta undici pagine. La Comco, si legge al capitolo finale ‘Raccomanda­zioni’, “constata che l’obbligo di annuncio all’albo delle imprese artigianal­i così come previsto dal progetto di legge”, oggetto dell’iniziativa parlamenta­re, “costituisc­e una restrizion­e illecita al libero accesso al mercato ai sensi della Lmi”, ai sensi cioè della Legge federale sul mercato interno. Il riferiment­o è alle imprese extracanto­nali. La Comco raccomanda pertanto al Gran Consiglio di sopprimere parte dell’articolo riguardant­e l’annuncio e di sopprimere integralme­nte altri tre articoli, che non saranno così più applicabil­i per le imprese extracanto­nali. In alternativ­a raccomanda al parlamento di introdurre “una norma specifica che, nel rispetto della Lmi, esclude le imprese con sede o domicilio in un altro Cantone dal campo di applicazio­ne del progetto di legge-Lia”.

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