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L’Europa atterra il 737

- Ansa/red

Bruxelles – Cieli europei chiusi ai Boeing 737 Max dopo il disastro aereo costato la vita a 157 persone in Etiopia. La decisione è valida anche in Svizzera, ha comunicato ieri sera l’Ufficio federale dell’aviazione civile. I velivoli dello stesso tipo resteranno a terra in tanti altri Paesi, dalla Cina all’Australia, dall’Argentina all’India. Fino a ieri sera solo gli Stati Uniti non avevano preso provvedime­nti, limitandos­i la Federal Aviation Administra­tion a sollecitar­e la Boeing ad aggiornare il software del 737, che si presume sia all’origine dell’incidente di domenica. L’Easa, l’agenzia europea per la sicurezza del trasporto aereo, ha sospeso tutti i voli del Boeing 737-8 Max e 737-9 Max in Europa. In precedenza, le capitali avevano disposto la chiusura del loro spazio aereo a quel modello di aeromobile: la prima è stata Londra, seguita dalle altre. Una decisione che deriva dalla mancanza di informazio­ni certe sulla dinamica dell’incidente in Etiopia e di quello occorso a un altro 737 in ottobre, in Indonesia. La Boeing, fiaccata da un’ennesima giornata di perdite in Borsa (fino al 7%), ha annunciato che procederà all’aggiorname­nto del software dell’intera flotta dei 737 Max 8. Proprio un suo difetto, infatti, potrebbe avere causato il disastro dell’Ethiopian. Questa è almeno una delle ipotesi più accreditat­e a questo punto delle indagini: lo suggerisco­no forti analogie con l’incidente di ottobre di un aereo della compagnia indonesian­a Lion Air, che anche in quell’occasione precipitò pochi minuti dopo il decollo. Non sapendo che cosa dire, ma volendo comunque dire qualcosa, Donald Trump ha lamentato che “gli aeroplani stanno diventando fin troppo complessi da far volare”.

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KEYSTONE Oggi non si vola

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