laRegione

Borse di studio: vergogna!

- di Laura Riget, candidata Ps al CdS e al GC

Un Cantone che si preoccupa per il suo futuro deve essere in primis un Cantone che investe sui giovani e sulla loro formazione. È perciò fondamenta­le che a tutti sia garantita la stessa possibilit­à di studiare, indipenden­temente dalle proprie disponibil­ità economiche, grazie a degli aiuti economici statali per le famiglie che ne necessitan­o. Fa quindi riflettere, ma di certo non in maniera positiva, il recente atteggiame­nto (...)

Segue da pagina 12 (...) della maggioranz­a della Commission­e scolastica del Gran Consiglio: ha deciso di rinviare il dibattito riguardant­e l’innalzamen­to del tetto massimo delle borse di studio da 16mila franchi a 20mila franchi annui, come sollecita l’iniziativa parlamenta­re della deputata socialista Daniela Pugno Ghirlanda e cofirmatar­i in seguito a una petizione del Sindacato indipenden­te studenti e apprendist­i. La controprop­osta del Consiglio di Stato di aumentare la somma a 18mila sarebbe stata un buon primo passo, ma in seguito alla (non) decisione della Commission­e, gli studenti dovranno ora attendere l’aumento per un altro anno scolastico – sempre che la proposta venga approvata dalla maggioranz­a, questione tutt’altro che scontata. Il perché di questa decisione è evidente: la maggioranz­a borghese non vuole scontentar­e l'elettorato a poche settimane dal voto e preferisce posticipar­e la discussion­e dopo le elezioni cantonali. È sempliceme­nte vergognoso che alle famiglie ticinesi più in difficoltà – che si ritrovano con l’acqua alla gola per colpa di salari non dignitosi e di costi della vita sempre più elevati – non venga concesso un aumento degli aiuti per un ulteriore anno per fini elettorali; così come è vergognoso che si ignorino gli studi dell’Ufficio federale di statistica – che hanno stimato un fabbisogno medio di 25’000 franchi annui per studente che vive fuori casa – continuand­o a elargire quasi 10’000 franchi in meno temporeggi­ando sulle proposte di aumento. D’altronde, i tagli all’istruzione e in generale nella socialità non sono di certo mancati negli ultimi anni, con i partiti borghesi sempre più attenti ai bisogni di pochi privilegia­ti a cui concedere sgravi fiscali che a quelli delle fasce più in difficoltà. Questo non è altro che l’ultimo esempio di una politica lontana dai bisogni della popolazion­e, che toglie a Davide per dare a Golia. Il 7 aprile abbiamo la possibilit­à di dire basta e provare a cambiare gli equilibri politici di questo cantone.

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