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Bissone: Eolo, cos’hai fatto!

Una folata di vento sposta la rotta dell’elicottero che strappa la cuspide di 30 chili dal campanile

- Di Alfonso Reggiani

Danni ingenti alla chiesa di San Carpoforo. Il sindaco: ‘Proprio lunedì avevamo deliberato i lavori di restauro’

«È stata evitata una disgrazia: per fortuna, il pilota dell’elicottero è riuscito a riguadagna­re quota dopo aver urtato e strappato la cuspide della chiesa di San Carpoforo. Ha rischiato moltissimo di schiantars­i contro la chiesa o lungo i binari delle Ffs». Questo il commento del sindaco di Bissone Andrea Incerti in seguito all’incidente che avrebbe potuto finire peggio, molto peggio: «Stamattina (ieri, ndr), quando son stato informato ho pensato fosse uno scherzo, invece era tutto vero». A bocce ferme, si registrano “solo” danni materiali e nessuna vittima. Ieri non si parlava d’altro in paese. L’incidente è capitato verso le 8. In quel momento un pilota di Eliticino Tarmac stava effettuand­o voli di trasporto materiale in un cantiere privato nei pressi della chiesa. Le cause sono in fase di accertamen­to da parte degli inquirenti della Polizia cantonale. Stando a nostre informazio­ni, la cuspide e il crocefisso in cima – un metro di altezza in rame, pesante circa 30 chili – non sono precipitat­i ma sono stati posati a terra dal pilota. Il velivolo, mentre stava trasportan­do un mazzo di corde impiegate per imballare il materiale edile è stato investito da una raffica di vento. La folata ha spostato di una trentina di metri la rotta dell’elicottero e una delle funi penzolanti ha avvolto a mo’ di cappio il crocefisso in cima alla cuspide. L’elicottero procedeva lentamente. Ciò ha evitato danni maggiori all’edificio sacro: il pilota ha infatti subito fermato la macchina in volo stazionari­o. Nell’impossibil­ità di poter liberare la fune dall’ostacolo, ha dunque deciso di alzarsi, piano piano, staccando la cuspide. Sempre lentamente, l’ha poi posata accanto alla chiesa, per evitare danni peggiori. Né il pilota, né il personale di volo e nemmeno chi transitava nell’area ha corso pericoli e le distanze di sicurezza dagli edifici sono state rispettate.

Eliticino Tarmac è assicurata e la sua Rc si dovrebbe assumere i costi di riparazion­e

È questa, la dinamica che abbiamo ricostruit­o. Non vi sarà alcuna inchiesta da parte del servizio incidenti dell’Ufac, dal momento che si è trattato di un danno materiale “semplice”comunque notificato, come vuole la prassi. E i danni saranno a carico dell’assicurazi­one della compagnia (Rc). Danni che sono però più ingenti di quello che si poteva immaginare di primo acchito. Dopo il sopralluog­o dei tecnici del Comune, sono infatti emersi tre fori circolari, ciascuno di una grandezza di circa 30 per 30 centimetri sul tetto della chiesa (al campanile e nelle navate centrale e laterale). I buchi verranno chiusi provvisori­amente con teloni. Sono stati originati dal materiale provenient­e dal danneggiam­ento del campanile, delle cornici e delle tegole. Pure una facciata ha subito danneggiam­enti. «Ora, l’urgenza immediata è tuttavia quella di chiudere i buchi – prosegue il sindaco –. Altrimenti, in caso di cattivo tempo, piove dentro e si rovina ulteriorme­nte il patrimonio della chiesa. Nel frattempo, la chiesa è sata chiusa fino a nuovo avviso e le messe verranno celebrate all’oratorio di San Rocco». L’incidente suona come una beffa per la Parrocchia di Bissone: «Proprio lunedì sera il Consiglio parrocchia­le, dopo anni di attesa, aveva deliberato i lavori di restauro della chiesa di San Carpoforo. Un voto positivo giunto dopo la conferma dalla Confederaz­ione, dal Cantone e dal Comune dei contributi per cominciare i lavori di miglioria, in particolar­e del tetto. Ricordo che la chiesa è un bene protetto a livello cantonale. Ha ospitato messe di rilevanza europea come quella celebrata per le Guardie svizzere in Vaticano. Un bene che necessitav­a da tempo di interventi di miglioria», ci spiega il sindaco Andrea Incerti che è anche presidente del Consiglio parrocchia­le di Bissone: «Bisogna ricordarsi che la prima traccia di questa chiesa risale all’anno 1148, poi venne rimaneggia­ta nell’XI e XII secolo». L’investimen­to per il restauro, alla luce dei danni di ieri, è difficile da quantifica­re. Di sicuro lieviterà.

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RESCUE MEDIA L’edificio sacro (bene protetto) e la cuspide con il crocifisso (sotto)
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