Palazzine sul Laveggio, strada in salita
La sua ultima parola, ancora, il Municipio di Mendrisio non l’ha pronunciata. A prima vista, però, il finale della storia che accompagna il progetto residenziale immaginato lungo il Laveggio, a Genestrerio, sembra già essere scritto. Vincolato dal preavviso negativo staccato dal Dipartimento del territorio (e dai suoi servizi), l’esecutivo non potrà cambiare le carte in tavola. E nemmeno pare orientato a farlo. Sulle criticità che l’operazione immobiliare – obiettivo costruire 5 palazzine per un totale di 28 appartamenti – mette sul tavolo, Dipartimento e autorità comunale risultano essere sulla stessa lunghezza. Diversi, come fatto emergere dagli stessi tecnici cantonali– e come anticipato da ‘laRegione’ del 29 gennaio scorso –, i nodi dell’intervento difficili da sciogliere. Il primo a saltare all’occhio (anche del Municipio) è la mancata distanza (quindi il rispetto) dal corso d’acqua. Un elemento non trascurato neppure a livello cantonale e che prelude a una realizzazione che ha altresì un netto impatto sul paesaggio circostante. È chiaro, il Piano regolatore fa testo: in questo caso ci si inserisce in una zona edificabile semi-intensiva. Resta il fatto però che, almeno nella valutazione del Dipartimento del territorio, le palazzine risultano essere fuori dal... contesto. Non a caso le conclusioni dei servizi hanno portato a una bocciatura sonora. Un veto che si va ad aggiungere alle opposizioni depositate da Pro Natura e ‘Cittadini per il territorio’. La strada della domanda di costruzione che, il dicembre scorso, ha prospettato per mano della Cdl Sa di Lugano – una società di consulenza e direzione lavori – la demolizione del vecchio grotto Valera per far posto alle nuove residenze appare, dunque, più che in salita. Per i servizi del Dt l’opera è in evidente conflitto con il territorio in quell’area e, addirittura, si annota nel preavviso, si mostra “del tutto insensibile al luogo”. Un approccio che appare, insomma, stridere non solo con le indicazioni dei tecnici cantonali, ma pure con l’attitudine comunale. Laddove sia possibile, in altre parole, ci si prefigge di dialogare e di non entrare in contrasto con il paesaggio. Il che non esclude un rapporto dialettico con i proprietari dei terreni. La soluzione capace di far quadrare norme e aspirazioni territoriali? Arrivare a progetti capaci di valorizzare un comparto senza venire meno alla pianificazione, alle esigenze ambientali e alle aspirazioni realizzative dei promotori privati. D.C.