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Ora sì che la serie è in salita

Il Lugano crolla nel secondo tempo, e lo Zugo concretizz­a il break. Alla Cornèr Arena finisce con un perentorio 1-5.

- Di Moreno Invernizzi

Lugano – Che botta! Altro che reazione dopo il k.o. di sabato a Zugo. In gara 2 il Lugano rimedia la peggior sconfitta interna di tutta la stagione: mai infatti, quest’anno, i bianconeri erano usciti dal ghiaccio della Cornèr Arena battuti con 4 reti di scarto. L’impresa la concretizz­a uno Zugo sceso in Ticino deciso più che mai a prendere il largo nella serie. E ci riesce chiudendo con un 1-5 che non fa praticamen­te una grinza, tolta la prima decina di minuti di gara 2. La striscia di vittorie sul ghiaccio amico dei bianconeri si chiude dunque a quota 6. L’immagine di un affranto Merzlikins che manda in frantumi il suo bastone – rimediando­si anche una penalità di 2’ per comportame­nto antisporti­vo – dopo aver incassato un’evitabile terza rete è la perfetta sintesi di gara 2. Persa soprattutt­o in un secondo tempo in cui la squadra di Ireland va a picco. Perché nei 20’ iniziali, nonostante tutto, i bianconeri riescono a tenere il passo con la formazione di Tangnes. E vanno addirittur­a per primi vicini al vantaggio. In particolar­e con Lapierre, che al 7’05” conclude a botta sicura, ma Stephan compie il miracolo. Lo Zugo però cambia atteggiame­nto, iniziando a macinare pure lui buone occasioni. Ci prova con Martschini (fermato con un fallo d’emergenza di Wellinger) e Suri (addirittur­a in shorthand, stavolta ci mette una pezza Merzlikins), ma il gol lo trova Simion, che in azione di rottura si presenta tutto solo davanti al portiere bianconero e, dopo una serie di finte, lo infila fra i gambali. Nel secondo tempo sul Lugano cala la notte. Una parata difettosa di Merzlikins permette agli ospiti di passare in doppio vantaggio grazie alla segnatura di Roe. Morant, già sanzionato con 10’ disciplina­ri nel primo tempo, concede il bis e si guadagna la doccia anticipata. Ma ad andare in tilt è anche il Lugano, che nemmeno un minuto più tardi subisce anche lo 0-3 di Lammer, che ha tutto il tempo di accentrars­i e piazzare la precisa staffilata dopo un errore di Ulmer a metà pista. Ireland chiama il timeout, ma la scossa non arriva. Ad arrivare, anzi, è il quarto gol dello Zugo: segna Martschini, in powerplay, da posizione angolata. Un moto d’orgoglio permette al Lugano di accorciare le distanze con Hofmann, direttamen­te dopo un ingaggio vinto da Lapierre. Il Lugano ritrova colore e gioco, favorito anche dal fatto che a quel punto Everberg e compagnia bella hanno staccato con largo anticipo la spina. Poi, però, il quadro della serata torna a farsi nero, stavolta in modo definitivo, quando al 40’36” ancora Martschini, e ancora con lo Zugo a giostrare a 5 contro 4, regala il quinto dispiacere a Merzlikins.

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TI-PRESS/D. AGOSTA La disperazio­ne di Merzlikins

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