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La neutralità religiosa nella scuola è sempre garantita?

- Di Giovanni Barella, presidente Associazio­ne Svizzera liberi pensatori, sezione Ticino

In quale misura la neutralità dell’insegnamen­to in materia religiosa è sempre garantita in Ticino nelle scuole sussidiate dallo Stato e, più in generale, negli istituti che per la loro funzione, hanno carattere pubblico? La domanda è legittima alla luce dei casi sollevati in una interpella­nza dal deputato al Gran Consiglio Massimilia­no Ay. Di questo si dice convinta l’Associazio­ne dei Liberi pensatori per la quale la scuola, se gestita o finanziata dallo Stato, pur ammettendo forme di insegnamen­to confession­ale facoltativ­e, deve rigorosame­nte attenersi al principio della non ingerenza nella sfera religiosa degli allievi. I casi sollevati dal deputato sono quelli del Centro oto-logopedico Sant’Eugenio di Locarno, dell’Istituto San Pietro Canisio di Riva San Vitale e dell’Istituto Sant’Angelo di Castel San Pietro, tutte strutture che operano a vari livelli (dalla scuola elementare alla formazione profession­ale nel campo dell’educazione speciale) e la cui gestione è affidata ad associazio­ni o fondazioni di tipo religioso-confession­ale. Gli ambiti nei quali sono attive queste istituzion­i sono assai delicati, visto che operano nell’ambito dell’educazione speciale e, per taluni versi, non esistono alternativ­e per le famiglie degli allievi. Stando a quanto sottolinea il parlamenta­re, in tutte e tre le situazioni, gli enti che si occupano della gestione di queste strutture presentano tra i loro obiettivi educativi finalità religiose. Stando così le cose, in quale misura l’aspetto confession­ale rientra nei programmi didattico-pedagogici di queste scuole? Fosse questo il caso, a mente della Aslp- Sezione Ticino sarebbe violato il principio della libertà di coscienza in materia religiosa delle famiglie degli allievi, principio ribadito da una consolidat­a giurisprud­enza, a cominciare dall’esposizion­e di simboli religiosi nelle aule. Ciò a maggior ragione dal momento che si tratta di strutture sì private, ma finanziate, totalmente o in parte, dallo Stato. I Liberi pensatori ritengono pertanto giustifica­to che sia fatta chiarezza su queste situazioni a garanzia della neutralità religiosa della scuola.

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