Un carcere anziano
Anche in Ticino in aumento fra i detenuti gli ultrasessantenni: situazione e problemi. Il Dipartimento istituzioni presenta il 2018 del settore esecuzione pene e misure.
«Le nostre strutture carcerarie funzionano bene e soddisfacenti sono le condizioni di detenzione». Così ieri la coordinatrice della Commissione parlamentare che sorveglia le condizioni di detenzione nelle prigioni cantonali Maruska Ortelli (Lega) davanti al Gran Consiglio. Nella sua ultima seduta della legislatura il parlamento ha preso atto del rapporto di attività commissionale per il periodo che va da maggio 2018 a febbraio di quest’anno. “La commissione è consapevole del suo ruolo di sorveglianza, a tutela della garanzia del rispetto dei diritti dell’uomo all’interno delle carceri – si legge nel rapporto –. È altrettanto consapevole che il suo pensiero, su questioni puntuali, può talvolta divergere da quello di chi lavora quotidianamente sul campo ed è chiamato ad assumersi grandi responsabilità soprattutto per preservare la sicurezza e l’incolumità di molte persone, detenuti, prevenuti, ma anche del personale, in situazioni sempre non facili”. I sette membri della commissione si dicono comunque soddisatti “per il crescente coinvolgimento, in termini consultivi, su questioni di carattere strategico e operativo, da parte della direttrice della Divisione giustizia Frida Andreotti, del direttore (delle strutture carcerarie ticinesi, ndr) Stefano Laffranchini e dei suoi collaboratori”. Nell’ultimo anno i commissari hanno eseguito due visite serali a sorpresa e sentito una quindicina di detenuti. “Le richieste più ricorrenti hanno riguardato il carcere giudiziario ‘La Farera’ e le visite a campione sono avvenute con particolare attenzione ai minorenni e alla popolazione femminile, che, in espiazione di pena, soffrono un regime carcerario più rigido rispetto agli uomini”. La commissione ha pure “avuto modo di rilevare le difficoltà cui è confrontato tutto il personale” a causa “dell’aumento del numero di detenuti dovuto all’allungamento della durata delle pene e a modifiche legislative introdotte a livello svizzero”. Situazione cui “le strutture carcerarie hanno reagito bene, adottando un serie di disposizioni per razionalizzare i processi interni”. “Positivo” in questo senso l’aumento di personale deciso dal governo nel novembre 2017.