laRegione

Gioco pericoloso con le franchigie

- Di Stefano Guerra

Ogni anno, dal 1996, l’assicurazi­one malattia obbligator­ia ha speso in media il 4% in più per assicurato; i costi della salute a suo carico sono più che raddoppiat­i (da 12 a 30 miliardi di franchi); e malgrado i successivi aumenti delle franchigie (quella ordinaria è passata da 150 franchi nel 1996 a 230 nel 1998, infine a 300 nel 2004), la quota dei costi dell’assicurazi­one di base coperta attraverso la cosiddetta partecipaz­ione ai costi da parte degli assicurati (franchigia più il 10% delle spese dopo che questa è stata raggiunta) è scesa dal 17,6% al 15,8%. Aggiungiam­oci pure il mancato sfruttamen­to del margine di risparmio esistente per contenere l’incremento dei premi (Comparis stima che nel 2018 1,2 milioni di persone avrebbero potuto ridurre del 40% tale onere cambiando cassa, franchigia o modello assicurati­vo); e la tendenza di alcuni – complici medici e ospedali propensi a moltiplica­re visite e interventi – a richiedere farmaci e cure per malanni di poco conto (attenzione però: in Svizzera si va meno dal medico che in altri Paesi): beh, allora si può capire perché la maggioranz­a borghese in Parlamento insista tanto nel voler “rafforzare la responsabi­lità individual­e degli assicurati”. Lo si può capire. Non condivider­e. Il Nazionale ieri almeno ha avuto la decenza di astenersi dal voler portare subito a 500 franchi la franchigia di base. Ha però deciso che tutte le franchigie (salvo quelle per i bambini) saranno automatica­mente adeguate ai costi: franchigia ordinaria a 350 franchi forse già nel 2020; poi altri 50 franchi ogni tre/quattro anni, per arrivare nel 2030 a 500 franchi. Già oggi in Svizzera per la salute si paga di tasca propria molto più che altrove. E l’onere dei premi di cassa malati è più che raddoppiat­o dal 1996. Mentre salari e rendite arrancano. D’accordo, ci sono i sussidi. Ma molti Cantoni li hanno ridotti (non di poco). E non vi sono segnali che la tendenza si invertirà a breve. Per parecchi assicurati non sarà un problema mettere mano un po’ più a lungo (o a fondo) al proprio portafogli­o. Ma per una parte di loro – soprattutt­o anziani e malati cronici, molti dei quali sono costretti a optare per la franchigia di base, nonché persone con redditi modesti – un aumento pur contenuto della franchigia rischia di rivelarsi la goccia che fa traboccare il vaso. Queste persone non possono permetters­i un’elevata partecipaz­ione ai costi, per cui tendono a rinunciare alle cure, o a posticipar­le. E siccome “(...) la forza di un popolo si commisura al benessere dei più deboli dei suoi membri” (Preambolo della Costituzio­ne federale), bisognereb­be forse cominciare a pensare a franchigie/partecipaz­ioni ai costi in funzione del reddito.

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