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Una radiografi­a scolastica

Il Decs ha presentato ieri a Bellinzona i risultati dello studio Supsi ‘Scuola a tutto campo’ Il Ticino è uno dei cantoni che meno investe nell’istruzione. Ma gli indicatori del sistema educativo sono positivi.

- Di Daniel Ritzer

Il Ticino è uno dei cantoni che meno investe nella scuola, «eppure investendo di meno abbiamo una buona scuola» ha riferito ieri a Bellinzona Manuele Bertoli, direttore del Dipartimen­to dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs), durante la presentazi­one della quarta edizione di ‘Scuola a tutto campo’, una pubblicazi­one elaborata dal Decs con l’aiuto del Centro competenze innovazion­e e ricerca sui sistemi educativi (Cirse) della Supsi. Lo studio contiene tutta una serie di informazio­ni chiavi sul sistema scolastico ticinese. «Gli indicatori sulla scuola rilevano che il nostro è un buon sistema educativo – ha osservato il consiglier­e di Stato –. Sono orgoglioso di questo avanzato strumento di monitoragg­io, unico in Svizzera, che può indicare una metodologi­a anche ad altri cantoni». Il volume elaborato in collaboraz­ione con gli esperti del Cirse porta con sé sia dei dati positivi che delle criticità. A livello nazionale emerge che il Ticino è il terzo cantone con il tasso più alto di maturità profession­ali e liceali. «L’equità è uno degli elementi di forza del nostro sistema – ha affermato Bertoli –. E sulla matematica si conferma la situazione più che buona già rilevata dai dati Pisa». Il direttore del Decs ha anche espresso la sua soddisfazi­one per l’ approvazio­ne da parte del parlamento del credito per la digitalizz­azione della scuola, da lui definita «un cambio di paradigma». Uno dei campi rilevati dallo studio su cui bisognerà migliorare, secondo Bertoli, è l’incidenza dell’origine socio-economica sulla riuscita degli allievi: «Questo tocca il tema dei livelli A e B alle medie. Si dovrà tornare a ragionare per un superament­o del sistema attuale che prevede una differenzi­azione struttural­e poco sensata». L’altra questione critica riguarda il tasso dei giovani che escono dai percorsi formativi senza ottenere un diploma. In Ticino l’88% dei ragazzi raggiunge una certificaz­ione di livello secondario II, «ma l’obiettivo è arrivare al 95%» ha indicato il consiglier­e di Stato. Ma qual è esattament­e il contributo di uno studio come quello della ‘Scuola a tutto campo’ al dibattito pubblico? «Sono dei dati – ha spiegato Emanuele Berger, capo della Divisione della scuola – che permettono di capire dove ci si situa in relazione alle finalità politiche e sociali attribuite alla scuola. Un’insieme di informazio­ni più complesso e articolato rispetto alle normali statistich­e». L’obiettivo di questo monitoragg­io, secondo Berger, è fornire degli elementi concreti per consentire una discussion­e fondata in relazione alla scuola, e in questo modo riuscire a «sostenere uno sviluppo e una crescita del sistema educativo».

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