Una radiografia scolastica
Il Decs ha presentato ieri a Bellinzona i risultati dello studio Supsi ‘Scuola a tutto campo’ Il Ticino è uno dei cantoni che meno investe nell’istruzione. Ma gli indicatori del sistema educativo sono positivi.
Il Ticino è uno dei cantoni che meno investe nella scuola, «eppure investendo di meno abbiamo una buona scuola» ha riferito ieri a Bellinzona Manuele Bertoli, direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs), durante la presentazione della quarta edizione di ‘Scuola a tutto campo’, una pubblicazione elaborata dal Decs con l’aiuto del Centro competenze innovazione e ricerca sui sistemi educativi (Cirse) della Supsi. Lo studio contiene tutta una serie di informazioni chiavi sul sistema scolastico ticinese. «Gli indicatori sulla scuola rilevano che il nostro è un buon sistema educativo – ha osservato il consigliere di Stato –. Sono orgoglioso di questo avanzato strumento di monitoraggio, unico in Svizzera, che può indicare una metodologia anche ad altri cantoni». Il volume elaborato in collaborazione con gli esperti del Cirse porta con sé sia dei dati positivi che delle criticità. A livello nazionale emerge che il Ticino è il terzo cantone con il tasso più alto di maturità professionali e liceali. «L’equità è uno degli elementi di forza del nostro sistema – ha affermato Bertoli –. E sulla matematica si conferma la situazione più che buona già rilevata dai dati Pisa». Il direttore del Decs ha anche espresso la sua soddisfazione per l’ approvazione da parte del parlamento del credito per la digitalizzazione della scuola, da lui definita «un cambio di paradigma». Uno dei campi rilevati dallo studio su cui bisognerà migliorare, secondo Bertoli, è l’incidenza dell’origine socio-economica sulla riuscita degli allievi: «Questo tocca il tema dei livelli A e B alle medie. Si dovrà tornare a ragionare per un superamento del sistema attuale che prevede una differenziazione strutturale poco sensata». L’altra questione critica riguarda il tasso dei giovani che escono dai percorsi formativi senza ottenere un diploma. In Ticino l’88% dei ragazzi raggiunge una certificazione di livello secondario II, «ma l’obiettivo è arrivare al 95%» ha indicato il consigliere di Stato. Ma qual è esattamente il contributo di uno studio come quello della ‘Scuola a tutto campo’ al dibattito pubblico? «Sono dei dati – ha spiegato Emanuele Berger, capo della Divisione della scuola – che permettono di capire dove ci si situa in relazione alle finalità politiche e sociali attribuite alla scuola. Un’insieme di informazioni più complesso e articolato rispetto alle normali statistiche». L’obiettivo di questo monitoraggio, secondo Berger, è fornire degli elementi concreti per consentire una discussione fondata in relazione alla scuola, e in questo modo riuscire a «sostenere uno sviluppo e una crescita del sistema educativo».