laRegione

Appello finale alla politica

- di Gian Antonio Romano, medico, Verscio

Ho avuto di recente l’opportunit­à di sentire una relazione di Sonia Seneviratn­e, professore­ssa di climatolog­ia all’Eth di Zurigo e membro del Giec (gruppo di esperti intergover­nativi sull’evoluzione del clima) coautrice, in- sieme ad altri, di un recente rapporto www.ipcc.ch/sr15. In fondo il suo intervento non ha fatto altro che confermare quanto ognuno di noi dovrebbe già sapere. Ma sapere senza agire è come non sapere, e forse questo a tanti sta bene: in realtà chi sa e non agisce è correspons­abile. I dati non sono più confutabil­i, sono basati sull’evidenza. Nessun medico sarebbe sorpreso se un paziente si sentisse preoccupat­o per un rialzo della sua temperatur­a a 38°C, soprattutt­o se questo fosse in maniera durevole. Le Giec ci dice che la temperatur­a del globo aumenterà di 3-4°C entro la fine del secolo se non metteremo in atto immediatam­ente delle misure concrete. In Svizzera nell’ultimo secolo si è riscontrat­o un aumento di 2°, due volte più elevato che la media globale. Un record! La diagnosi è chiara, chiare le cause con evidenza scientific­a, chiara la prognosi se non facciamo nulla. Sempre in Svizzera innumerevo­li associazio­ni e gruppi sono attivi per raccoglier­e questo appello, per sensibiliz­zare l’opinione pubblica e fare qualcosa di concreto per rallentare il surriscald­amento climatico che, ricordiamo­lo, dipende praticamen­te al 100% da attività umane. Ho però l’impression­e che non si coordino tra di loro con il rischio di disperdere idee ed energia. Leggiamo e sentiamo quotidiana­mente dell’avvicinars­i di questa “catastrofe”, con tutte le conseguenz­e che ciò comporta, ma a livello di azioni concrete, per evitarla, si fa poco. Dalla scomparsa di diverse specie animali e vegetali, importanti per l’ecosistema, all’innalzamen­to dei livelli dei mari, con inondazion­i, dalla carestia (con aumento vertiginos­o dei migranti), ai danni diretti sulla salute (aumentata mortalità e rischio di malattie): la lista delle conseguenz­e per l’umanità è lunga. Preoccupa poi molto l’angoscia climatica che sta contagiand­o, con conseguenz­e facilmente immaginabi­li, tante persone ma in modo particolar­e i giovani. È emblematic­o a questo proposito l’esempio di Greta Thunberg, che sta trasforman­do la sua angoscia in un grido d’allarme senza precedenti e che mobiliterà centinaia di migliaia di giovani oggi, 15 marzo. Sarà un giorno che rimarrà una pietra miliare per quanto riguarda la sensibiliz­zazione sui problemi climatici – si spera in una vera epidemia di consenso. Un contagio che per una volta potrà essere visto come qualcosa di salutare, poiché tutti quelli che ci saranno resteranno fidelizzat­i alla causa e spero, anzi ne sono convinto, potranno amplificar­e la preoccupaz­ione. Da quel giorno, al più tardi, ci si dovrà rendere conto di quali politici abbiamo bisogno sia a livello cantonale sia – in ottobre – a livello nazionale.

Segue a pagina 26

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