Senza più diritto all’errore
Niente da fare nemmeno in gara 3: nonostante passi tre volte in vantaggio, il Lugano si deve arrendere allo Zugo
Zugo – Alternative, a questo punto, il Lugano non he ha più. Se vuole eliminare lo Zugo dalla corsa al titolo, la formazione di Ireland non ha scelta: ora deve vincere. E farlo quattro volte di fila, cominciando da domani. Perché pure il terzo atto della serie tra i bianconeri e la squadra di Tangnes finisce col successo di quest’ultima. Diversamente da quanto capitato martedì alla Cornèr Arena (quando gli svizzerocentrali dal secondo tempo innanzi avevano passeggiato in scioltezza), stavolta lo Zugo se la cava per il rotto della cuffia, perché il Lugano, forse per la prima volta nella serie, dà l’impressione di essere davvero a un niente dal portare a casa il punto. Il risultato finale, però, non cambia molto: alla terza sirena, pur avendo lottato e speso ogni goccia di sudore, i bianconeri escono dal ghiaccio con un pugno di mosche. Quello della Bossard Arena è un verdetto amarissimo, perché le due squadre, stavolta, sembrano davvero equivalersi. E, anzi, in diversi frangenti è proprio la formazione ospite a farsi preferire, e, soprattutto – dopo la velocissima rete locale segnata da Suri al secondo numero 47 e la replica di Bürgler (con la complicità di Flynn) ancora nel primo tempo – a condurre nel punteggio; e questa è un’altra primizia della serie. Ma non basta nemmeno ciò per mettere sotto uno Zugo che più quadrato non si può. Mai domo, e capace di rispondere colpo su colpo, prima di assestare a sua volta quello del definitivo kappaò. La sintesi di gara 3 sta tutta in quel periodo centrale che vede per due volte i bianconeri tentare l’allungo (prima con l’1-2 di Morini e poi col momentaneo 2-3 di Sannitz) e lo Zugo rimettere altrettante volte le mani sui fuggitivi a stretto giro di posta (in entrambe le occasioni grazie a McIntyre). Quando Bürgler al 28’50” batte Stephan per la sua seconda volta (e per la quarta totale) e passa qualche minuto senza che arrivi la replica dei padroni di casa, qualcuno inizia a intravedere dietro l’angolo il primo punto nella serie per il Lugano. È un miraggio che dura fino a una dozzina di minuti dalla terza sirena: al 48’45” Lammer salta come un birillo Chorney e pareggia nuovamente i conti. Poi, meno di 3’ più tardi, un missile terra-aria di Diaz dalla linea blu va a insaccarsi sotto l’incrocio dei pali alla sinistra di Merzlikins, concretizzando il sorpasso decisivo. Fazzini, a una manciata di secondi dal 60’, si trova sul bastone l’occasione dell’aggancio, ma Stephan neutralizza la sua conclusione. È l’ultimo sussulto, poi arriva la sirena, e il boato della Bossard Arena.