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Due super numeri uno

Assegnate a Soldeu le coppe di cristallo del superG a Mikaela Shiffrin (al decimo trofeo in totale!) e a Dominik Paris

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Il primo globo di superG in carriera, che si somma a quello della classifica generale e alla coppetta di slalom. È il bottino della sola stagione attuale; cui domenica è molto probabile si aggiungerà la ‘boccia’ di cristallo del gigante. Sulla mensola sopra il camino – se a casa sua ha un camino con la mensola – ci saranno dunque almeno dieci premi, verosimilm­ente undici. Frutto di 58 vittorie in Coppa del mondo, più una manciata di medaglie tra Olimpiadi e Mondiali. Numeri da capogiro. A 24 anni appena compiuti. E qui si potrebbe chiudere l’articolo. Cos’altro dire di Mikaela Shiffrin? L’hanno e l’abbiamo chiamata marziana, fenomeno, enorme talento, super, immensa e chissà in quali e quanti altri modi da quando, a 15 anni, sbarcò in Cdm. È di certo una delle atlete più forti di sempre, non solamente nello sci alpino e non solamente per queste cifre impression­anti. Lei dice spesso che non è la caccia ai record a motivarla e che sia così o meno, in fondo poco importa. Nata specialist­a (e che specialist­a!) delle prove tecniche, in particolar­e lo slalom, è via via diventata competitiv­a in tutte le discipline, comprese quelle veloci. Tanto da essere una delle sette sciatrici (con Petra Kronberger, Pernilla Wiberg, Janica Kostelic, Anja Person, Lindsey Vonn e Tina Maze) capaci di vincere in tutte e cinque le specialità; la sola in grado di farlo in sei, con il parallelo. Alle finali di Soldeu, in Andorra, la statuniten­se ha chiuso al quarto posto l’ultimo superG (vinto da Viktoria Rebensburg; migliore svizzera Jasmine Flury, 6a a 0”18 dal podio e al terzo top-3 in stagione) e tanto le è bastato per chiudere in testa una classifica che già comandava, grazie alle tre vittorie in altrettant­e gare alle quali aveva partecipat­o. E dire che prima di quest’anno non aveva mai vinto in superG. Ieri ha finito appaiata a Nicole Schmidhofe­r che, con Tina Weirather, ancora poteva contenderl­e il trofeo. La sciatrice del Liechtenst­ein non ha chiuso la gara, a immagine di una stagione per lei mediocre.

Tra gli uomini la velocità è rock

Fisico possente, attitudine rock e aria vagamente burbera, è però con la voce rotta dall’emozione che Dominik Paris ha rilasciato le prime dichiarazi­oni al termine del superG che gli ha assicurato

la coppa. Trofeo che l’italiano ha meritato, mettendo il sigillo anche all’ultima gara, in cui lo svizzero Mauro Caviezel ha sfiorato la prima vittoria in Cdm. Brillante secondo, il grigionese s’è issato dal sesto al terzo posto nella classifica di superG. Dopo la rimonta

‘incompleta’ in discesa (il cui globo di cristallo, per venti punti, è andato a Beat Feuz), il 29enne italiano s’è dunque consolato 24 ore più tardi, facendo suo il primo trofeo in carriera e interrompe­ndo l’egemonia dei norvegesi, vincitori nelle ultime sette stagioni.

L’incoronazi­one di Paris non ha nulla di sorprenden­te. Andato in crescendo, ha vinto cinque delle ultime sei corse disputate. Campione del mondo di superG, a febbraio in Svezia, l’italiano conta ora 16 successi in Cdm, di cui 7 ottenuti quest’anno.

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KEYSTONE La prima volta (in assoluto lui, nella specialità lei) valgon bene un bacio e una smorfia
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