Slavoj Zizek: i fondamentalisti si somigliano e rischiamo di venirne travolti
«È ovvio che condanno una strage come questa in modo energico e assolutamente fermo, però c’è qualche cosa che dobbiamo imparare, perché altrimenti l’intolleranza dei fondamentalisti ci trascinerà tutti via. Questo è un fenomeno globale, bisogna che lo capiamo in quanto tale». Così Slavoj Zizek, intervistato dall’Ansa sulla strage di Christchurch. Ospite a Roma della rassegna “Libri Come”, il filosofo sloveno ha interpretato in una prospettiva più estesa la strage di Brenton Tarrant. «Parlo dell’intolleranza di tutti i fondamentalisti. Negli Stati Uniti sembra che l’Fbi, oltre ai potenziali fondamentalisti islamici, abbia sotto controllo due milioni di fondamentalisti cristiani potenzialmente violenti. E poi avremmo bisogno di capire che cosa nel capitalismo globalizzato spinge molta gente in braccio ai fondamentalisti di ogni tipo». Venti o trent’anni fa, ha sottolineato Zizek, «i fondamentalisti buddisti nel Butan e nello Sri Lanka hanno messo in piedi una simpaticissima pulizia etnica e nessuno ne parla mai». «Per evitare il razzismo che ci ritroviamo oggi, questi problemi vanno affrontati sul serio. Non basta – ha spiegato – fare come fanno i multiculturalisti ingenui che dicono “come sono interessanti tutti gli altri, qualsiasi altro, come mangiano bene, come cantano bene”. Questo è troppo facile, perché a determinare la situazione sono i modi di regolare i rapporti di sesso e di potere e questi sono problemi reali. Non possiamo limitarci a pensare che aprendo tutte le porte agli immigrati staremo tutti bene». Zizek, notoriamente di sinistra, ha riconosciuto: «Sarò accusato di essere di destra, ma osservo che se alcuni hanno voglia di integrarsi, molti altri non ne hanno affatto l’intenzione. Se guardate a questi ultimi anni in Francia, vedrete che molti giovanissimi attentatori sono francesi di seconda generazione. I loro genitori sono immigrati e si sono integrati perfettamente nella società francese, loro no. Molti rifiutano questa integrazione e hanno fatto la scelta dell’islamismo estremista violento». Zizek, infine, è andato al punto: «Non penso di essere razzista, piuttosto ritengo che questi problemi vadano guardati in faccia, chiamati con il loro nome e compresi per ciò che sono, altrimenti i Salvini e gli Orbán ce li ritroveremo in giro per tutta l’Europa. Mancando di affrontare questi problemi a viso aperto giochiamo con il fuoco. Non sto dicendo che la nostra è una cultura superiore, ma non possiamo superare questo tipo di problemi semplicemente facendo appello alla solidarietà internazionale e al multiculturalismo. Dobbiamo cercare di capire a fondo».