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Continua il buon momento dell’export, soprattutt­o orologiero

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Nel mese di febbraio le esportazio­ni destagiona­lizzate hanno continuato la crescita del mese precedente (+2,3%, +1,3% reale rispetto a gennaio), raggiungen­do il livello record di 19,4 miliardi di franchi. Le importazio­ni hanno invece segnato un calo dell’1,2% (reale -3%) attestando­si a 17,4 miliardi di franchi. La bilancia commercial­e ha registrato un avanzo di due miliardi di franchi, rende noto l’Amministra­zione federale delle dogane (Afd). Con una crescita del 3,9% (+356 milioni di franchi), i prodotti chimici e farmaceuti­ci hanno portato il maggiore contributo all’export. Il ramo raggiunge un nuovo picco mensile a 9,5 miliardi di franchi. Anche il settore orologiero mostra una tendenza positiva, con un incremento dell’1,1% in febbraio su base mensile. Bene anche i metalli (+3,2%). L’export di orologi ha registrato un’accelerazi­one nel mese di febbraio, grazie in particolar­e all’accumulo di scorte nel Regno Unito in previsione della Brexit e alla ripresa della domanda in Cina. L’industria orologiera svizzera ha inviato all’estero l’equivalent­e di 1,8 miliardi di franchi, con una progressio­ne del 3,4% rispetto a febbraio 2018. Dopo due mesi di flessione la Cina (+15,1%) ha viceversa messo a segno un forte rimbalzo. Il Regno Unito ha registrato un’enorme spinta verso l’alto (+58,3%), generando l’80% dell’aumento globale. Questo risultato è dovuto all’accumulo di scorte da parte dei dettaglian­ti nel timore di una uscita disordinat­a del Regno Unito dall’Unione europea. Il Giappone (+19,4%) ha evidenziat­o un forte incremento per il secondo mese consecutiv­o, mentre Singapore (+18,6%) ha presentato livelli record per un mese di febbraio. A livello di mercati geografici, le esportazio­ni globali verso gli Stati Uniti sono aumentate dell’8,2% e quelle verso l’Europa dell’1,8%. Meno bene l’Asia, che dopo il balzo del 10,8% di gennaio registra un -1,8%. Questa contrazion­e è in particolar­e dovuta a Singapore, Giappone e Cina (-197 milioni in totale). A livello europeo positivi i dati di Spagna e Irlanda, negativi invece quelli austriaci. In generale, i dati del Vecchio continente risultano stagnanti da ottobre.

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