Cachistocrazia
Leggere Andrea Ghiringhelli sulle pagine della Regione fa sempre bene. Si imparano nuovi termini (vedi titolo) e si riscoprono vecchi pensieri ormai quasi dimenticati: credere infatti che la politica dovrebbe portare con sé buoni esempi, onestà e vero interesse per la cosa pubblica, sembra ormai una cosa del passato. Viene citata infatti la “cachistocrazia”, nell’ultima perla di Ghiringhelli, che significa appunto “il governo dei peggiori”.
Segue da pagina 15 Tralasciando scandali, mediocrità, abuso di potere da parte di questa nuova corrente, oso tirare in ballo una questione che proprio non riesco a digerire: i rimborsi, le pensioni e i privilegi di questo “nuovo” tipo di politica. Si chiede a tutti di fare sacrifici, lo si è chiesto ai dipendenti dello stato qualche tempo fa riducendo gli stipendi del 2% in periodo di contingenza, lo si chiede tutt’ora ai disoccupati, alle famiglie, agli anziani con tagli su sussidi e prestazioni. Restano invece granitici i nostri consiglieri di Stato quando scricchiolano le basi legali e storcono il naso gli istituti di previdenza. Quando finalmente anche i nostri rappresentanti, eletti anche per far quadrare i conti di tutti, potrebbero dare un segno forte, di empatia, di esempio e di rettitudine, dimostrando di non voler restare aggrappati a favori a loro concessi per superficialità (chiamiamola così), ecco che torna in tutto il suo splendore la parola chiave: cachistocrazia. Un bruttissimo modo di porsi davanti a tutti coloro che pensano ancora che la politica abbia valori e ideologie.