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Ciao Maestro, sei stato un signor presidente

- Di Dario ‘Mec’ Bernasconi

Alcuni giocatori sono ricordati per le loro prodezze in campo, alcuni arbitri per le loro grandi capacità, altri ancora, come i dirigenti, per come sono riusciti a gestire dei club portandoli in alto oppure per come sono arrivati ad affossarli con scriteriat­e operazioni finanziari­e. Oggi voglio ricordare un signor Presidente, Carlo Isotta, presidente prima e presidente onorario poi della Sam Basket Massagno, scomparso alcuni giorni fa. “Ul maestru” – come è sempre stato chiamato a Massagno anche dopo gli anni di insegnamen­to nei vari settori (elementare, maggiori e apprendist­i), quando è diventato capo del personale di un importante grande magazzino –, è stato una persona di grande spessore. Essere maestri, per lui, era esserlo dentro e fuori dalle aule, significav­a avere autorevole­zza, ma essere nel contempo sensibile e di aiuto nella crescita degli allievi e dei giovani; essere attento all’evolversi del mondo, pur rimanendo fermo su principi essenziali come la lealtà, la chiarezza e la sensibilit­à nei rapporti umani. Ha preso in mano la Sam Basket quando si è staccata dalla “madre” Società Atletica Massagno, nel 1978, diventando­ne quindi il primo presidente. Per 12 anni. E in questo periodo la Sam si è fatta conoscere in Ticino e in Svizzera grazie a varie promozioni, l’ultima dalla B alla A nella stagione 1984/1985. Ha fatto da guida alla società con grande modestia, raramente sopra le righe: lo si vedeva esplodere durante una gara quasi sempre solo per fischi arbitrali a suo vedere insulsi. Però era capace di rimettere le cose a posto a fine match, sapeva rientrare nel suo ruolo dove la capacità di gestire le persone era essenziale. Una passione, quella per il basket, in sintonia con la crescita sportiva dei due figli, Massimo e Stefano, ragazzi cresciuti fino ai massimi livelli e che dal padre hanno ereditato una grande educazione, oltre a mantenere un legame verso il basket sino ai nostri giorni, con Stefano tuttora allenatore nei settori giovanili. Quella di Carlo è stata una passione che è continuata sino alla fine e che, ancora qualche settimana fa, lo portava a seguire la sua Sam, perché il basket di Massagno lo ha cresciuto lui, portandolo in alto senza voli pindarici, senza sprechi e facendo di necessità virtù. Anche in questa consapevol­ezza dei propri mezzi e di quelli societari è stato un esempio positivo di come si gestisce una società, dandole un’impronta ben precisa, senza farsi incantare dal ricco parvenu di turno. A tutta la sua famiglia il nostro abbraccio in questo momento di dolore e un grazie di cuore a te, Carlo, per quanto hai fatto per il nostro basket e per chi ha avuto la fortuna di conoscerti: ciao Maestro.

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