Terroristi espulsi ad ogni costo
Anche il Consiglio degli Stati favorevole all’espulsione di terroristi stranieri Approvata la mozione Regazzi. Respingimento coatto anche a rischio di tortura o pena di morte. Keller-Sutter: inapplicabile.
Anche gli Stati approvano la mozione di Fabio Regazzi per il rimpatrio di stranieri accusati di terrorismo, pur se rischiano la tortura o l’esecuzione nei Paesi d’origine. I dubbi di Keller-Sutter.
Berna – I terroristi islamici stranieri presenti in Svizzera vanno espulsi verso i rispettivi Paesi, quali che siano i rischi che corrono, tortura o pena di morte. Dopo il Consiglio nazionale nel settembre scorso, anche il Consiglio degli Stati ha approvato con 22 voti favorevoli, 18 contrari e una astensione, la mozione di Fabio Regazzi (Ppd) che sollecita tale misura. Sia la commissione preparatoria che la consigliera federale Karin Keller-Sutter chiedevano invece di bocciare la mozione, dal momento che la Costituzione e il diritto internazionale vietano l’espulsione di persone che nei Paesi di origine rischiano di essere torturate o la pena di morte. Anche se accolto, un simile atto parlamentare rischia dunque di non poter essere applicato, ha messo in guardia la ministra di Giustizia e polizia. Amnesty International ha biasimato la decisione, definendola una violazione dei principi fondamentali del diritto. Un passo ancor più problematico, secondo l’Ong, “in quanto allo stesso tempo la Svizzera […] sembra voler rifiutare di accettare il ritorno in Svizzera dei propri cittadini presumibilmente coinvolti in atti terroristici legati al jihadismo”. Per la maggioranza della commissione, rappresentata da Pascale BrudererWyss (Ps), la Svizzera non deve trasformarsi in un aguzzino. Tra l’altro, ha ricordato, sono allo studio progetti di legge per l’adozione di misure preventive di polizia per la lotta al terrorismo. In tale contesto saranno esaminati anche provvedimenti contro persone condannate per reati di terrorismo e che, scontata la pena, non possono essere espulse a causa del divieto di respingimento pur continuando a rappresentare un pericolo per la sicurezza. Anche per Andrea Caroni (Plr), la mozione attacca i valori fondamentali della Costituzione, come il divieto della tortura, parte integrante del diritto internazionale cogente. Spiegazioni che non hanno smosso Thomas Minder (Indipendente). La presenza di terroristi islamici, ha detto, oltre a costare molti soldi alla Svizzera, genera frustrazione e incomprensione nella popolazione. Lo sciaffusano ha citato il caso di un iracheno, condannato per terrorismo e ora a piede libero nel suo Cantone. Quest’uomo non può essere espulso perché nel Paese di origine rischierebbe la tortura o la morte, e nessun Comune lo vuole ospitare. Keller-Sutter ha ammesso che la presenza sul nostro territorio di persone condannate giudicate pericolose è un fatto problematico. La priorità, ha aggiunto, va alla sicurezza della popolazione: per questo, ha spiegato la consigliera federale sangallese, «stiamo verificando se non sia possibile allontanare queste persone (cinque) verso l’Iraq o uno Stato terzo pronto ad accoglierle». Per adesso ciò non è possibile perché rischiano la tortura e la morte, ha aggiunto. La situazione potrebbe cambiare se si ottenesse per via diplomatica l’assicurazione che a queste persone non verrà fatto del male.