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‘Un boomerang i 4 circondari’

L’ex presidente Rusconi: ‘Quattro circondari penalizzan­o l’Udc’. Marchesi: ‘Decisione democratic­a’ Pierre Rusconi: ‘Si rischia di non avere nessun Udc sui seggi democentri­sti’. Pinoja: ‘No, la ripartizio­ne è giusta ed equa’.

- Di Luca Berti e Andrea Manna

L’ex presidente Udc Rusconi a gamba tesa sulla strategia: ‘Si rischia di non eleggere i democentri­sti’. Marchesi: ‘È stata una decisione democratic­a. Semmai venga ai Congressi!’.

«Bell’affare!». L’ex presidente Udc Pierre Rusconi ha appena finito di fare due calcoli: «Con questa storia dei quattro circondari, a questa tornata elettorale si rischia di avere una formazione parlamenta­re democentri­sta dove non siede nessun candidato Udc. Hanno sbagliato». È un’entrata a gamba tesa quella di Rusconi, che abbiamo raggiunto all’estero. Nel mirino, la strategia avallata a maggioranz­a dal congresso Udc di gennaio, ovvero quella di passare da due (Sopra e Sottocener­i) a quattro suddivisio­ni elettorali (Mendrisiot­to, Luganese, Locarnese e Valli, Bellinzone­se e Valli). Scelta che all’interno del partito – unitamente all’accoglimen­to nella lista per il Gran Consiglio del presidente dell’Ordine dei medici Franco Denti, ex Ppd ed ex Verdi – ha fatto parecchio discutere e che ancora adesso, a meno di tre settimane dalle elezioni cantonali, genera qualche malumore intestino. «Nel Bellinzone­se – riprende Rusconi – potrebbe essere eletto Sergio Morisoli di Area Liberale (anche se ufficialme­nte candidato Udc, ndr), nel Mendrisiot­to Edo Pellegrini dell’Unione democratic­a federale, nel Luganese potrebbe passare Denti, mentre nel Locarnese potrebbe farcela Cleto Ferrari (pure ufficialme­nte Udc, ndr). Con questo risultato si rischia che dei vecchi non rimanga nessuno ed entrino in parlamento un rappresent­ante dei medici, uno dei contadini, un Udf e un rappresent­ante di Area liberale». Insomma «nessuno del partito». Fatta eccezione, probabilme­nte, per il presidente Piero Marchesi. Sempre a patto che «si mantengano i cinque seggi attuali». Sennò lo stesso Marchesi rischia, fa capire Rusconi. «Non c’è proprio nessun problema!». sbotta Piero Marchesi. «Peraltro Rusconi – aggiunge il presidente dei democentri­sti ticinesi – avrebbe potuto dire la sua al Congresso o ai vari Comitati, ma sono ben quattro anni che non vi partecipa. Proprio il Congresso ha deciso a larga maggioranz­a di voler passare da due a quattro circondari elettorali. Chi al Congresso di gennaio ha perso perché si è trovato in minoranza, deve rassegnars­i e accettare quel verdetto. Siamo il partito dove la democrazia interna la fa da padrona, siamo il partito che rispetta e chiede di rispettare la volontà del popolo e allora, quantomeno per coerenza, bisogna rispettare anche le decisioni del nostro organo supremo, che è appunto il Congresso». Quest’ultimo «ha voluto non più due, bensì quattro circondari con l’obiettivo di far crescere il partito in Ticino, così come ha accettato a larghissim­a maggioranz­a la candidatur­a di Franco Denti (vedi articolo sotto, ndr). Capisco che alcuni candidati del Luganese possano non essere contenti di queste democratic­he decisioni, ricordo tuttavia che anch’io sono candidato per il circondari­o di Lugano, lo stesso in cui sono candidati Denti, Filippini, Galeazzi, Pamini e molti altri». A quale strategia risponde l’istituzion­e di quattro circondari? «L’intento – ribadisce Marchesi, candidato sia per il Consiglio di Stato (nella lista Lega/Udc) sia per il parlamento – è di far crescere il partito. Negli ultimi tre,

quattro anni abbiamo dato vita e daremo vita a nuove sezioni comunali. E questo proprio per essere maggiormen­te presenti sul territorio. Con l’elezione di un rappresent­ante per circondari­o, vorrà dire che anche i democentri­sti del Mendrisiot­to, ad esempio, saranno rappresent­ati in parlamento. Se questa strategia sarà vincente, lo verificher­emo ovviamente l’8 di aprile». Il passaggio da due a quattro circondari «è stato discusso in direttiva e in comitato, prima di essere sottoposto al Congresso», tiene a puntualizz­are il presidente dell’Udc. Il cui «obiettivo minimo» è l’elezione, per il Gran Consiglio, «di sei deputati: se ne faremo cinque, non sarò soddisfatt­o. Sono sì uno dei candidati, ma sono anche il presidente del partito. E antepongo gli interessi dell’Udc ai miei: mi piacerebbe facessero così tutti i candidati». Afferma a sua volta Gabriele Pinoja, presidente cantonale del partito prima di Marchesi: «Questa soluzione dei quattro circondari l’ho sempre sostenuta e l’avevo proposta quattro anni fa. Sono abituato alle sparate di Rusconi, ma quanto deciso dagli organi dell’Udc è giusto, perché una ripartizio­ne territoria­le come quella adottata è più democratic­a ed equa di quella precedente. Occorre pensare alla crescita del partito, non ai propri interessi. Abbiamo sicurament­e candidati validi in tutto il Ticino. Forse chi oggi si lamenta dovrebbe impegnarsi affinché il partito riesca a raccoglier­e il maggior numero possibile di schede e dovrebbe preoccupar­si di crescere ulteriorme­nte sul piano politico».

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TI-PRESS Rusconi, Pinoja, Marchesi. Era il 2015...

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