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Nove talenti, una mano

Aast e Ail insieme per sostenere i migliori talenti di casa nostra lungo la strada verso i Giochi olimpici

- Di Sascha Cellina

Aast e Ail hanno deciso di unire le forze per sostenere finanziari­amente i migliori giovani sportivi di casa nostra sulla strada verso le Olimpiadi (a cominciare da Tokyo 2020).

Qualcuno corre, qualcun altro pedala, altri ancora saltano, nuotano, remano, sfidano le leggi della fisica sugli attrezzi, impugnano una “spada” o tirano pugni e uno fra loro addirittur­a mette insieme tre di queste attività. Tutti però, lo fanno nella stessa direzione: quella delle Olimpiadi del 2020 a Tokyo, sogno che accomuna i nove sportivi ticinesi inseriti nel progetto “Aast - Ail per i talenti olimpici”, voluto proprio per sostenere finanziari­amente i giovani di casa nostra (si va dai 17 anni della sprinter e saltatrice Emma Piffaretti ai 27 del pugile Tiago Pugno) lungo il cammino che potrebbe, si spera, portarli in Giappone. Già perché se un tale risultato passa in primis dall’impegno e dagli sforzi fisici dei diretti interessat­i, un aspetto da non sottovalut­are è legato al finanziame­nto di tale percorso, visto che nessuno di questi atleti è (ancora) profession­ista e i costi sono calcolati in diverse migliaia di franchi per ogni stagione. «Il mio non è uno sport maggiore come altri e di conseguenz­a trovare sponsor non è evidente, quindi ben vengano progetti come questo che, assieme ad altri piccoli contributi, permettono di coprire i costi non indifferen­ti – ammette senza troppi giri di parole lo specialist­a della mountain bike nonché studente 22enne di economia Filippo Colombo –. Basti pensare che praticamen­te ogni vincita o ogni piccolo bonus non fa nemmeno in tempo ad arrivare in banca che viene reinvestit­o nell’attività». Sulla stessa lunghezza d’onda Olivia Negrinotti, che con il canottaggi­o pratica forse uno sport ancora meno mediatico... «Di certo non ho scelto la strada più semplice da questo punto di vista e non nego che l’aspetto finanziari­o occupa una fetta importante a livello di gestione – le parole della 19enne, iscritta al Liceo artistico (Csia) di Lugano –, ma diciamo che in qualche modo per ora con il sostegno dei miei genitori riesco a cavarmela. Loro mi supportano e mi seguono praticamen­te ovunque, anche se a volte, specie nelle gare più lontane, non è possibile e per quanto mi dispiaccia, lo capisco, perché so quanti sacrifici fanno per me». Per Pugno, al secondo anno di studi in ambito della preparazio­ne fisica, «non è evidente oggi trovare chi crede ancora nei giovani ed è disposto a sostenerli anche economicam­ente, per cui trovo grandiosa questa iniziativa, proprio perché non va a sostenere (e sarebbe più semplice) campioni già affermati, ma dei ragazzi che inseguono un sogno. E questo, ol-

Sei dei nove atleti con i rappresent­anti dei promotori dell’iniziativa

tre che un aiuto concreto, è uno stimolo in più». Leggerment­e diversa da quella di tutti gli altri (assenti giustifica­ti ieri Ajla del Ponte, Ilaria Käslin ed Elia Dagani), la situazione del triathleta Sasha Caterina, all’ultimo anno di apprendist­ato come muratore... «Ammetto che è un po’ dura a livello fisico, però allo stesso tempo svolgendo un mestiere

fisico posso effettuare qualche allenament­o in meno ma più mirato – afferma il 19enne, che tra l’altro attraverso un’azione di crowdfundi­ng è recentemen­te riuscito a raccoglier­e oltre 15’000 franchi che userà per finanziars­i dei campi di allenament­o in vista dei Mondiali in programma a Losanna a settembre –. A livello finanziari­o posso contare su un’entrata consistent­e visto che il mestiere di muratore è ben retribuito, ma calcolando che da quest’anno vivo da solo e devo pagarmi da solo le varie bollette, non è che mi rimanga granché, perché appunto c’è tutta la parte di costi legata alle competizio­ni, come la trasferta, l’alloggio, l’iscrizione, il materiale e tutto il resto. Swiss Triathlon partecipa coprendone una parte, ma il resto devo metterlo io e ammetto che a volte ci sono dei momenti in cui questo un po’ pesa e diventa un pensiero, anche perché sono una persona piuttosto pignola e ho bisogno che ogni tassello sia al suo posto. Ma ho imparato a gestire il tutto e sicurament­e in questo senso avere un sostegno esterno in più (oltre ai genitori) è un bell’aiuto».

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