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Le ‘vecchie’ azioni al portatore non spariranno

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Berna – Le raccomanda­zioni del Forum globale sulla trasparenz­a e sullo scambio di informazio­ni a fini fiscali (Global forum) vanno attuate senza abolire le attuali azioni al portatore. Non dovrebbe però più essere possibile emetterne di nuove. Ne è convinto il Consiglio nazionale che, con 90 voti contro 60 e 27 astensioni, ha approvato il relativo disegno di legge. Gli Stati devono ancora esprimersi. I giudizi del Global forum sono utilizzati dal G20, dall’Organizzaz­ione per la cooperazio­ne e lo sviluppo economico (Ocse) e dall’Ue per valutare se uno Stato deve essere identifica­to come non cooperativ­o quanto alla trasparenz­a fiscale. In tal caso vengono allestite apposite liste nere. Da qui la necessità di legiferare per evitare sanzioni internazio­nali. L’Unione democratic­a di centro, per bocca del suo capogruppo Thomas Aeschi, avrebbe voluto non entrare in materia sul progetto. “Tre anni fa il governo ci ha assicurato che le azioni al portatore sarebbero state mantenute, oggi si vuole abolirle”, ha sottolinea­to il democentri­sta. Gli altri partiti hanno però tutti sostenuto l’entrata nel merito. Anche il consiglier­e federale Ueli Maurer ha insistito sulla necessità di conformars­i agli standard internazio­nali al fine di garantire una certezza giuridica vitale per l’attrattiva della piazza economica e finanziari­a elvetica. Secondo la maggioranz­a del plenum, la soluzione proposta per le azioni al portatore, chiamata ‘grandfathe­ring’, unitamente alle disposizio­ni penali proposte concernent­i l’obbligo di notifica e la tenuta di un registro degli aventi economicam­ente diritto, costituisc­ono una “attuazione coerente” delle raccomanda­zioni del Forum globale. Tuttavia una maggioranz­a di destra – composta da Udc, Plr e Pbd – è riuscita a imporre il mantenimen­to delle azioni al portatore esistenti secondo le disposizio­ni vigenti. La soluzione auspicata dal governo, ossia la conversion­e delle azioni al portatore in titoli nominativi, causerebbe costi eccessivi per le società interessat­e, hanno sottolinea­to vari oratori borghesi. Ueli Maurer ha avvertito invano che “la Svizzera sarà ben presto messa sotto pressione”.

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