laRegione

Sulla scia di Samedan

L’aeroporto guarda con interesse all’esempio dello scalo engadinese

- Di Leonardo Terzi

Con una ventina di milioni nei Grigioni faranno un lussuoso terminal e gli hangar nuovi. Per la rotta Lugano-Ginevra una soluzione in proprio con Zimex sembra in pole position.

Dopo mesi, se non anni di emergenza stabile, sulla pista di Agno le prossime settimane dovrebbero atterrare alcune importanti novità, di cui si è parlato negli scorsi giorni. Intanto si può confermare che il famoso ‘masterplan’, che dovrebbe determinar­e il futuro assetto dell’aeroporto luganese, è imminente o quasi visto che lo studio dell’Università di San Gallo è atteso per metà aprile. Col messaggio al Consiglio comunale, si dovrebbe anche sbloccare la decisione riguardant­e il volo Lugano-Ginevra, ritenuto necessario per ‘tenere in piedi’ l’aeroporto frequentat­o ormai solo dai quattro Lugano-Zurigo giornalier­i di Swiss, per ciò che riguarda i voli di linea. Come noto ci sono diverse opzioni, ma in pole position appare quella di un servizio autoprodot­to dall’aeroporto stesso, ingaggiand­o all’uopo la compagnia aerea zurighese Zimex e assicurand­o in proprio il resto del servizio, compresa la vendita dei biglietti. Dopo l’uscita di Dario Kessel (cfr. ‘laRegione’ di ieri) che si offre per attivare personalme­nte, ma dietro debite sovvenzion­i, il collegamen­to Lugano-Ginevra, facciamo il punto della situazione col direttore della Lugano airport Sa, Maurizio Merlo.

«Sì, in effetti per concludere il Masterplan stiamo aspettando il lavoro dell’Università di San Gallo, che dovrebbe arrivare verso metà aprile. Naturalmen­te, dopo, toccherà al Consiglio comunale e al Gran Consiglio decidere se concedere o meno i soldi necessari per ricapitali­zzare la nostra società, e questo sarebbe un passo necessario anche per sostenere le spese di avvio del Lugano-Ginevra».

‘Non una cattedrale’

Di quanti franchi avrebbe bisogno la Lugano airport Sa, per realizzare il masterplan e rilanciare il Lugano-Ginevra (non più attivo dopo i fallimenti di Darwin e Adria)? «Dobbiamo ancora quantifica­re il modo preciso» ci dice Merlo. Però, per rendere un’idea: «Non parliamo certo di 100 milioni di franchi e non vogliamo certo fare una ‘cattedrale nel deserto’. Abbiamo l’esempio di Samedan dove è approvato e votato un nuovo terminal per l’aeroporto, dotato di hangar, che costerà 22 milioni di franchi. E sarà un terminal di lusso». Insomma, l’investimen­to per la costruzion­e di un nuovo complesso aeroportua­le potrebbe non discostars­i eccessivam­ente da quanto intendono spendere a Samedan. Scalo peraltro assai alto di quota quello dei Grigioni, ma ricco di collegamen­ti con la Ger- mania, l’Austria, persino con Parigi: l’attrazione della vicina St.Mortiz si fa sentire. Anche il destino del Lugano-Ginevra passa, nuovamente, per la ricapitali­zzazione della Lasa Sa. Maurizio Merlo non vuole fare cifre, «ma è chiaro che bisogna prevedere una certa spesa per l’avvio, tra la campagna pubblicita­ria e l’avvio dell’esercizio, prima che la clientela torni a volare su questa rotta». Il direttore di Lasa Sa preferisce non sbilanciar­si sulla proposta di Dario Kessel. «L’ho letta stamattina sul giornale, non so che cosa abbia in mente, ma vedo che chiede una sovvenzion­e...». La soluzione del volo autoprodot­to grazie alla Zimex, ci dice Merlo, «non è l’unica, ma è al momento tra quelle più concrete. Abbiamo la struttura per farlo». Non è cambiato, ci conferma il direttore, l’atteggiame­nto assai tiepido della Swiss air lines, a cui essenzialm­ente non importa altro che il servizio su Kloten.

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Il rendering del futuro scalo di Samedan: un modello per Lugano, da un certo punto di vista
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Maurizio Merlo, direttore Lasa

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