Campione d’Italia è nel territorio doganale europeo ma nessuno ne sapeva nulla
È un giallo l’inclusione di Campione d’Italia e le acque italiane del Ceresio nel territorio doganale europeo che la (quasi) totalità dei campionesi vede come fumo negli occhi. Chi ha richiesto all’Ue di escludere Campione dal territorio doganale elvetico dopo la legge svizzera, in vigore dal 1° maggio 2007, che precisa come “le enclavi doganali straniere sono territori stranieri compresi nel territorio doganale svizzero con accordi internazionali o di diritto consuetudinario internazionale”? Formalmente il Governo Gentiloni, nel luglio 2017. Prima, però, c’è stato un ampio lavoro preparatorio. Lo si evince da un documento del Dipartimento politiche europee: “Dal 2008 sono partite consultazioni bilaterali per chiarire lo status giuridico di Campione e nel frattempo alcune note verbali diplomatiche che, esprimendo il disaccordo italiano sulla decisione svizzera di includere Campione nel territorio doganale svizzero, affermano che tale decisione non è confermata né dagli accordi esistenti tra l’Italia e la Svizzera, né dalla prassi consuetudinaria”. Ciò pare confermare che a Campione nessuno sapesse nulla. È mai possibile che una decisione di tale portata sia stata presa passando sopra la testa dei diretti interessati? In riva al Ceresio nessuno sapeva niente? Alcuni europarlamentari italiani, prima di votare sì, si erano informati a Campione, convincendosi della bontà del provvedimento. Gli stessi europarlamentari ora dicono che “pensavamo di fare il bene dei campionesi”.