laRegione

‘Clima dittatoria­le’ al Sacd? ‘Non ci risulta’

Il Municipio di Mendrisio risponde sulle Cure a domicilio. Caso aperto.

-

Dentro il Servizio di assistenza e cure a domicilio del Mendrisiot­to e Basso Ceresio non si respira nessun ‘clima dittatoria­le’. Questo dicono i dati raccolti a una lettura del Municipio di Mendrisio. Al malessere denunciato a dicembre dai sindacati Ocst e Vpod, per il momento, non c’è risposta. Di fatto l’esecutivo – su questo aspetto almeno – rimanda i dubbi al mittente (si legga il consiglier­e comunale Lega-Udc-Ind. Massimilia­no Robbiani). L’autorità cittadina, in ogni caso, segue la situazione che si sta vivendo all’interno dell’Associazio­ne “attraverso le informazio­ni fornite dal municipale Giorgio Comi, eletto dall’assemblea dei rappresent­anti dei Comuni e degli enti d’appoggio” e presidente dell’Associazio­ne. È da lui, ribadisce nella risposta imbucata nei giorni scorsi, che è stata informata nel merito nel novembre scorso, in parallelo all’Ufficio del medico cantonale e al responsabi­le dell’Ufficio cantonale anziani e cura a domicilio. In sostanza, il Municipio sembra gettare acqua sul fuoco. Ammettendo, peraltro, di non possedere elementi “per formulare giudizi sull’operato della dirigenza”. Restano in sospeso le lamentele e il disagio emersi da alcuni dipendenti, segnalati dai sindacati e resi pubblici da un atto parlamenta­re firmato dai sei deputati del Ps all’indirizzo del Consiglio di Stato. Tant’è che si è interessat­o anche il Laboratori­o di psicopatol­ogia del lavoro. La questione, quindi, è aperta. Con l’obiettivo dei granconsig­lieri – in testa Gina La Mantia – di fare chiarezza sul clima di lavoro nelle cure a domicilio regionali. Uscita la polemica, il presidente Comi da queste colonne aveva ritenuto le accuse dei parlamenta­ri sopra le righe e infondate (cfr. ‘laRegione’ del 15 dicembre). Per ora dal Comitato dell’Associazio­ne, per voce dell’esecutivo, ci sono solo alcuni numeri che rispecchia­no l’attività del Servizio. È il caso dei 227 contratti di lavoro – la media mensile, cresciuta dal 2014 a oggi, è di 195 – stipulati fra gennaio e novembre 2018. Personale che per il 35 per cento è frontalier­o. Quanto agli avvicendam­enti, negli ultimi 5 anni, fa capire l’esecutivo, è difficile distinguer­e tra dimissioni volontarie e persone ‘invitate’ a congedarsi. La statistica nuda e cruda mostra un ‘turnover’ che, dal 2014 all’anno scorso, oscilla tra circa l’11 e il 12,3 per cento: ovvero dalle 17 alle 24 persone, in crescita. Si mostra in calo, per contro, il tasso di assenze per malattia: del 6,7 per cento nel 2017, del 5,9 nel 2018. Resta sotto l’8 per cento, invece, la percentual­e di modifiche dell’orario di lavoro giornalier­o. Da gennaio a giugno 2018, fa sapere l’autorità locale, sono state effettuate 127’500 visite: nel 7,7 per cento dei casi si sono dovuti rivedere i piani per visite annullate o malattia degli operatori. Un capitolo a parte riguarda, poi, le verifiche del medico cantonale. Ufficio, spiega l’esecutivo, che “a nostra conoscenza non ha mai constatato problemati­che simili a quelle ipotizzate”. Anche sul fronte della sicurezza sanitaria, si annota, non risultano problemi. D.C.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland