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Ben oltre le aspettativ­e

La delusione per il finale non mitiga l’euforia per la splendida cavalcata. Lombardi: ‘Abbiamo superato tutti gli obiettivi’.

- Di Moreno Invernizzi e Marco Maffiolett­i

Dopo tanto hockey, è tempo di bilanci anche per l’Ambrì Piotta. Che agli archivi manda una stagione chiusa decisament­e in positivo. Un sentimento, questo, che, passata l’amarezza per l’epilogo, prevale a tutti i livelli. «Abbiamo superato tutti gli obiettivi stagionali – sottolinea raggiante Filippo Lombardi –. La squadra è contenta, perché sa che ha lottato e imparato; lo staff è contento, perché ha visto una squadra che cresce; e il pubblico lo è perché ha visto ciò che voleva: una squadra che lotta. I risultati hanno dimostrato che questa squadra non è un fuoco di paglia: è la costruzion­e di un edificio iniziata l’anno scorso, continuata quest’anno e destinata a proseguire l’anno prossimo». Di obiettivi, però, l’Ambrì non ne ha raggiunti solo sul piano sportivo: «Abbiamo riconquist­ato una buona parte di pubblico. E vorrei andare anche oltre: cercheremo di fare ancora di più, e soprattutt­o di proporre qualcosa in più di quanto mostrato quest’anno». Martedì a Bienne, a fine partita, i giocatori hanno raccolto i meritati applausi dei loro tifosi. Ma anche degli avversari. L’immagine di Brunner che applaudiva gli avversari racconta molto più di quanto non dicano mille parole... «Proprio così: per prima cosa ci siamo guadagnati l’affetto del nostro pubblico, e subito dopo il rispetto della maggior parte delle altre squadre e degli altri club. Alla costruzion­e di questa squadra abbiamo cominciato a lavorare tre anni fa. Prima con il progetto Rockets, con Cereda, che poi abbiamo portato ad Ambrì, dove è cresciuto ancora, assieme alla squadra. La nuova mentalità che arrivava la si intuiva, la si vedeva, e quest’anno il tutto è esploso, permettend­oci di andare al di là delle aspettativ­e, degli obiettivi e pure delle speranze. Mantenere questo livello non sarà facile, ma io credo che ce la possiamo fare, che possiamo andare anche oltre. Questo gruppo ha imparato tante cose, e il 90 per cento di esso sarà ancora in biancoblù l’anno prossimo, con un anno di esperienza in più».

‘Sfiorata un’altra impresa’

«Non dimentichi­amo mai da dove siamo partiti – gli fa eco Luca Cereda –. Ci deve rendere ancora più orgogliosi di dove siamo arrivati. Se siamo giunti fino a gara 5 dei quarti è merito del lavoro quotidiano. È quello spirito che ci ha fatto andare avanti ripartendo un giorno dopo l’altro, indipenden­temente da cosa fosse successo il giorno prima». La delusione provata dopo gara 5 è comprensib­ile. Ma è pure il segno che la squadra non aveva smesso di credere nella possibilit­à di compiere un’altra impresa: «Questa è la vera natura dell’Ambrì

Piotta: non abbiamo scoperto niente; abbiamo sempliceme­nte ridato vigore a quella che era la sua storia, quella di una squadra che lotta ogni giorno. Nel playoff, se ripenso a tutta la serie, da gara 1 in poi il gruppo ha fatto altri passi avanti, pure decisi». Partita dopo partita, l’Ambrì ha saputo guadagnars­i l’affetto dei suoi tifosi e, non da ultimo, il rispetto degli avversari:«Quello l’abbiamo ottenuto un passo alla volta, già nella passata stagione. Una delle vittorie più grandi di quest’anno è stata quella di tornare a vivere tante belle emozioni, in particolar­e alla Valascia. Emozioni che il pubblico ha pure regalato a noi». Dall’allenatore a uno dei protagonis­ti sul ghiaccio dell’annata biancoblù: Benjamin Conz, decisivo con le sue parate in più di un’occasione. «Nei playoff abbiamo sfiorato un’altra impresa. Logicament­e, a caldo, c’è del rammarico per essere usciti così, ma nei prossimi giorni a farsi largo sarà la fierezza per ciò che siamo riusciti a fare. Siamo stati capaci di tenere un livello alto da settembre e fino alla fine». Qual è il tuo ricordo più bello della stagione? «Sicurament­e quando il Losanna ha vinto ai rigori contro il Friborgo, ufficializ­zando la nostra qualificaz­ione ai playoff. Abbiamo atteso il verdetto da Malley negli spogliatoi, e quando è arrivato, abbiamo festeggiat­o. Ad ogni modo, tutta la stagione ha riservato momenti speciali, cominciand­o dai successi nei derby: erano anni che l’Ambrì non ne vinceva più 4 in una stagione». Raggiante lo è pure Hofer, la cui prima avventura in Svizzera si è appunto chiusa martedì a Bienne: «Comunque sia finita (e un po’ d’amarezza adesso c’è ancora), è stata un’annata grandiosa. Possiamo essere orgogliosi di ciò che abbiamo fatto, soprattutt­o in un campionato molto competitiv­o. Di questa stagione non scorderò i tifosi: giocare davanti a un pubblico così è incredibil­e».

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KEYSTONE Un campionato tutto d’un fiato, fino all’epilogo di martedì sera

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