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‘Per i figli si è disposti a fare sacrifici, ma ogni aiuto è ben accetto’

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Visto che stiamo parlando di atleti già grandi dal punto di vista sportivo, ma pur sempre dei ragazzi, fondamenta­le è anche il ruolo delle famiglie, chiamate – chi più chi meno, a dipendenza anche della Federazion­e di appartenen­za e del livello raggiunto dai figli – a coprire i costi dell’attività sportiva. «Calcolando anche che vive ancora con noi, Noè ormai quasi si autofinanz­ia – ci spiega Vittoria Ponti, mamma del 18enne Noè, che oltre essere uno dei talenti più cristallin­i del nuoto rossocroci­ato frequenta il terzo anno di Liceo (dilatato su 5) –. Con i risultati sono arrivati anche i primi sponsor e altri aiuti come la tessera di Swiss Olympic (suddivisa in oro, argento e bronzo in base a prestazion­i e potenziale e che dà accesso a diverse agevolazio­ni, ndr) e adesso anche questo progetto, che oltre a essere ben accetto per noi come famiglia, rappresent­a anche un riconoscim­ento importante per Noè, perché vede che ci sono altre persone oltre a noi che credono in lui e lo sostengono». Aiuti sì quindi, ma legati ai risultati, visto che tanto nell’ambito di Swiss Olympic quanto nel progetto di Aast e Ail (vedi sotto), gli atleti vengono valutati a scadenze regolari e se non rispecchia­no più determinat­i criteri, addio sostegno. Un meccanismo che aggiunge ulteriore pressione sulle spalle degli atleti? «Diciamo che se si ha la fortuna di poterlo fare, è meglio non pensarci troppo, altrimenti rischia di diventare ancora più difficile ottenere buoni risultati – spiega lo stesso Noè –. Anzi, io cerco di vedere questi aiuti come una spinta in più e di sfruttarli al massimo, ad esempio facendo ancora più gare e campi di allenament­o, fondamenta­li per migliorare». Thomas Käslin, papà della campioness­a svizzera in carica alla trave, al corpo libero e nel concorso multiplo Ilaria (studentess­a universita­ria 21enne), spiega che «come genitore sei ovviamente disposto a sostenere i figli il più possibile e non nego che l’aspetto finanziari­o può essere un pensiero, ma devo anche ammettere che per quanto riguarda la ginnastica artistica, siamo una sorta di isola felice. La Federazion­e è davvero strutturat­a bene e di conseguenz­a anche dal punto di vista delle risorse non ci sono mai stati particolar­i problemi. Ciò non toglie che ogni aiuto è ben accetto e soprattutt­o progetti del genere fanno piacere anche perché non tutte le situazioni sono così rosee e magari senza un sostegno esterno mirato non potrebbero rincorrere i loro sogni». SC

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