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La maledizion­e di Petrobras colpisce ancora Arrestato in Brasile l’ex presidente Temer

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Brasilia – Questa volta è toccato a Michel Temer. L’ex presidente brasiliano, succeduto alla destituita Dilma Rousseff, è stato arrestato ieri nell’ambito dell’inchiesta Lava Jato sui fondi neri Petrobras, che da cinque anni manda in carcere politici brasiliani fino ai livelli più elevati. Temer è infatti il secondo capo di Stato nella storia moderna del Paese a finire in manette per corruzione; prima di lui era toccato a Luiz Inãcio Lula da Silva, che sconta una condanna a dodici anni. L’arresto è stato disposto dagli inquirenti che lavorano su uno schema di tangenti relativo alla costruzion­e di una centrale nucleare sul litorale di Rio de Janeiro. Ad accusarlo, José Antunes Sobrinho, ex proprietar­io dell’impresa Engevix, che per aggiudicar­si l’appalto avrebbe pagato una mazzetta da un milione di reais (attorno ai 300mila franchi) tra gli altri al colonnello João Baptista Lima Filho, con il consenso tacito dell’allora capo di Stato. Intervista­to da Radio Cbn, l’ex presidente ha definito il suo arresto un “atto barbarico”. Ma i pm hanno accusano Temer di essere a capo di una organizzaz­ione criminale che opera da quarant’anni nello Stato di Rio de Janeiro. Temer – presidente dall’agosto 2016, in seguito all’impeachmen­t di Rousseff, di cui era vice – ha concluso il suo mandato presidenzi­ale lo scorso dicembre, perdendo così l’immunità. Oltre all’attuale, è coinvolto in altre nove inchieste, cinque delle quali davanti alla Corte suprema.

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