Una mozione per il Piano di Magadino
Fabio Käppeli, Claudio Franscella, Fabio Battaglioni, Cleto Ferrari e Giacomo Garzoli firmano una mozione inoltrata al Consiglio di Stato per “armonizzare le regole dell’ordinamento territoriale del Piano di Magadino”. Dopo le “giudiziose ed equilibrate” soluzioni scaturite dalla gestione dell’intero comprensorio da parte del governo cantonale, “la svolta – secondo i mozionanti – è arrivata a fine anni Ottanta, quando la Confederazione ha iniziato a promulgare una serie di regolamentazioni di carattere ambientale che hanno travisato in parte il sistema svizzero”; negli anni Novanta, la reazione “esemplare” del governo a questo “disordine di regole”, ovvero “l’innovativo progetto di piano comprensoriale dell’intero Piano”, concluso con l'approvazione il 18 dicembre 2014 da parte del Gran Consiglio del Puc del parco del Piano di Magadino. Negli ultimi anni, invece, “in perlomeno due casi il Puc è passato in subordine alle regolamentazioni federali di tutela paesaggistica e naturalistica: il nuovo tracciato della A2/A13 e la recentissima bocciatura da parte del Consiglio federale del progetto di nuovo collegamento ciclabile Magadino-Gordola”. Proprio quest’ultimo caso, per i mozionanti “scoperchia il vaso di Pandora del disordine di regole”. A partire dal “ridefinire le regole codificate come misura d’urgenza a fine anni Settanta nell’Ordinanza cantonale di protezione delle Bolle di Magadino”, in ottica di “riappropriarsi delle prerogative decisionali cantonali”, “eliminare i conflitti di perimetro”, “migliorare la trasparenza e la democraticità dei ruoli e delle regole di governo territoriale” e “rafforzare il ruolo della Fondazione del parco del Piano di Magadino”.