Il dopo Bergomi, il 5 aprile scade il concorso
Buzzini: nella procedura interverrà anche la nuova Commissione giustizia
Quindici giorni di tempo per inoltrare le candidature. Uscito ieri sul ‘Foglio ufficiale’, come preannunciato dai Servizi del Gran Consiglio, il concorso per l’elezione di chi subentrerà alla procuratrice pubblica Fiorenza Bergomi, dal prossimo 1° luglio giudice del Tribunale penale federale, scadrà venerdì 5 aprile. Il 1° maggio entra intanto in vigore la riformata legge sul Gran Consiglio che contempla fra l’altro nuove commissioni parlamentari. Come la ‘Giustizia e diritti’, tenuta, una volta operativa, a occuparsi anche della procedura di reclutamento di pp e giudici, pubblicando i bandi di concorso, cosa finora di competenza dell’Ufficio presidenziale (Up) del Gran Consiglio, e formulando proposte di elezione all’indirizzo del plenum del parlamento, al quale spetta la nomina delle toghe. La Commissione giustizia potrebbe quindi intervenire, per la prima volta nella procedura di designazione di un magistrato, nell’elezione della persona che al Ministero pubblico ticinese succederà a Bergomi, ma pure nell’elezione del pretore aggiunto di Locarno-Città. Sarà così? «Sì, entrambi i magistrati verranno nominati dal Gran Consiglio con ogni probabilità nella seduta di inizio giugno, dunque a Commissione giustizia già istituita», afferma Gionata Buzzini, segretario generale del parlamento e in tale veste segretario dell’Up, così come della Commissione di esperti chiamata a esprimersi sull’idoneità degli aspiranti magistrati. Per quanto riguarda il dopo Bergomi, i cinque periti, indica Buzzini, dovrebbero sentire il o i candidati alla carica di pp il prossimo mese. Ciò per non allungare i tempi, visto che ai primi di maggio la Commissione di esperti cesserà il proprio mandato e i tre quinti della stessa hanno già fatto sapere di non sollecitare la riconferma da parte del parlamento. A giugno il Gran Consiglio uscito dalle urne del 7 aprile disporrà «di due rapporti: quello della Commissione d’esperti e quello della Commissione giustizia», spiega Buzzini. «In teoria – aggiunge – le valutazioni degli esperti e quelle della Commissione giustizia su coloro che si candidano a una carica giudiziaria potrebbero anche divergere. In ogni caso l’ultima parola l’avrà, come oggi, il plenum del Gran Consiglio. Sarà lui a scegliere e a eleggere».