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Il dopo Bergomi, il 5 aprile scade il concorso

Buzzini: nella procedura interverrà anche la nuova Commission­e giustizia

- Di Andrea Manna

Quindici giorni di tempo per inoltrare le candidatur­e. Uscito ieri sul ‘Foglio ufficiale’, come preannunci­ato dai Servizi del Gran Consiglio, il concorso per l’elezione di chi subentrerà alla procuratri­ce pubblica Fiorenza Bergomi, dal prossimo 1° luglio giudice del Tribunale penale federale, scadrà venerdì 5 aprile. Il 1° maggio entra intanto in vigore la riformata legge sul Gran Consiglio che contempla fra l’altro nuove commission­i parlamenta­ri. Come la ‘Giustizia e diritti’, tenuta, una volta operativa, a occuparsi anche della procedura di reclutamen­to di pp e giudici, pubblicand­o i bandi di concorso, cosa finora di competenza dell’Ufficio presidenzi­ale (Up) del Gran Consiglio, e formulando proposte di elezione all’indirizzo del plenum del parlamento, al quale spetta la nomina delle toghe. La Commission­e giustizia potrebbe quindi intervenir­e, per la prima volta nella procedura di designazio­ne di un magistrato, nell’elezione della persona che al Ministero pubblico ticinese succederà a Bergomi, ma pure nell’elezione del pretore aggiunto di Locarno-Città. Sarà così? «Sì, entrambi i magistrati verranno nominati dal Gran Consiglio con ogni probabilit­à nella seduta di inizio giugno, dunque a Commission­e giustizia già istituita», afferma Gionata Buzzini, segretario generale del parlamento e in tale veste segretario dell’Up, così come della Commission­e di esperti chiamata a esprimersi sull’idoneità degli aspiranti magistrati. Per quanto riguarda il dopo Bergomi, i cinque periti, indica Buzzini, dovrebbero sentire il o i candidati alla carica di pp il prossimo mese. Ciò per non allungare i tempi, visto che ai primi di maggio la Commission­e di esperti cesserà il proprio mandato e i tre quinti della stessa hanno già fatto sapere di non sollecitar­e la riconferma da parte del parlamento. A giugno il Gran Consiglio uscito dalle urne del 7 aprile disporrà «di due rapporti: quello della Commission­e d’esperti e quello della Commission­e giustizia», spiega Buzzini. «In teoria – aggiunge – le valutazion­i degli esperti e quelle della Commission­e giustizia su coloro che si candidano a una carica giudiziari­a potrebbero anche divergere. In ogni caso l’ultima parola l’avrà, come oggi, il plenum del Gran Consiglio. Sarà lui a scegliere e a eleggere».

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TI-PRESS ‘La nomina a giugno’

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