Franchigie, fine partita
Piroetta Udc, astensione di molti Ppd, ‘no’ della sinistra: il Nazionale respinge l’aumento automatico
Clima da stadio ieri mattina alla Camera del popolo. La ‘minima’ resterà a 300 franchi. Almeno per ora: se ne riparlerà dopo le elezioni.
«Colleghe e colleghi, non siamo a una partita di calcio!». C’è voluto l’intervento in corner della presidente del Consiglio nazionale Marina Carobbio (Ps) per mettere fine al frastuono – un misto di applausi (dai banchi dell’Udc), fischi e «buuh» di disapprovazione (dal resto dell’emiciclo) – generato ieri mattina alla Camera del popolo durante le votazioni finali dalle parole di Thomas Aeschi. Il capogruppo democentrista aveva appena finito di motivare la preannunciata (cfr. ‘la Regione’ di giovedì) piroetta di buona parte dei suoi sull’aumento automatico delle franchigie di cassa malati, con tanto di strali da guerra fredda lanciati contro i socialisti e la loro ex consigliera federale Ruth Dreifuss, dalla cui «cucina» a metà degli anni 90 è uscito a suo dire «un mostro pianificatorio mezzo socialista», nel frattempo trasformatosi in un «sistema che si sta sgretolando» e che ora si vorrebbe curare con «un paio di cerottini e un adeguamento delle franchigie sulle spalle del ceto medio». La sparata di Aeschi è stata il preludio a una votazione dall’esito ormai scontato dopo che Leo Müller (Ppd/Lu) in entrata era salito alla tribuna per una dichiarazione di voto nel quale annunciava che la maggioranza del gruppo popolare-democratico si sarebbe astenuta. I 24 voti in bianco e i due contrari nei ranghi del Ppd si sono così sommati ai ‘no’ della sinistra (il Ps già la scorsa settimana aveva promesso il referendum contro questa modifica della Legge federale sull’assicurazione malattie/LaMal) e a quelli dell’ultima ora dell’Udc (che fino a poco tempo fa aveva sostenuto un aumento della franchigia minima da 300 a 500 franchi...). Risultato: la modifica della Lamal è stata affossata con 101 voti contro 63 e 28 astenuti. Solo Plr, Pbd e Verdi liberali hanno ribadito la loro decisione presa pochi giorni or sono. Le franchigie rimarranno perciò invariate. Almeno per ora. Questa dell’Udc e quella del Plr sul clima non sono altro che «piroette elettorali», secondo il capogruppo dei Verdi Balthasar Glättli (Zh); per l’omologo del Ps Roger Nordmann l’Udc fa «capriole da circo» a sei mesi dalle elezioni, con «un’operazione segreta» volta a evitare un dibattito sull’aumento delle franchigie e dei premi di cassa malati prima delle elezioni per poi riprendere la misura in questione più tardi, nel ‘pacchetto’ che il Consiglio federale sta mettendo a punto per contenere i costi della salute; una «decisione grottesca», presa unicamente perché si è in vista delle elezioni e per il timore di un referendum da parte della sinistra (il capogruppo del Pbd Lorenz Hess); il funerale fatto a una misura «molto moderata», voluto proprio da quel partito che non si stanca di chiedere agli altri di essere coerenti, è una piccola «tragedia parlamentare» (il capogruppo del Plr Beat Walti). La modifica affossata ieri prevedeva che, quando il rapporto tra la franchigia di base e i costi lordi medi per assicurato avesse superato quota 1:13, sarebbe scattato un aumento di 50 franchi di tutte le franchigie, anche quelle opzionali. La ‘minima’ sarebbe quindi immediatamente passata da 300 a 350 franchi. Un aumento che avrebbe colpito unilateralmente i pazienti, senza alcuna simmetria dei sacrifici fra tutti gli attori del settore (industria farmaceutica, casse malattia, medici, ospedali e cantoni), come ha sottolineato Leo Müller.