Un’altra chance per il controprogetto all’iniziativa ‘Per imprese responsabili’
Ieri si è conclusa la sessione primaverile delle Camere federali con una sorpresa, di per sé attesa, nelle votazioni finali (cfr. sopra). Prima però sono ancora stati discussi alcuni atti parlamentari: il controprogetto all’iniziativa sulle imprese responsabili avrà ancora una chance, l’idea di un congedo in caso di adozione è sopravvissuta e i prodotti per l’igiene intima femminile potrebbero in futuro costare meno. Settimana scorsa il Consiglio degli Stati aveva deciso di non entrare in materia sul controprogetto, accolto dal Nazionale, all’iniziativa popolare ‘Per imprese responsabili’. Sembrava dunque che ci si sarebbe avviati verso una votazione sull’iniziativa senza una controproposta. Ieri però il parlamento ha deciso, tacitamente, di concedere un proroga di un anno (fino al 10 aprile 2020), per permettere alle Camere di continuare a trattare il testo, dando così al controprogetto un’ulteriore possibilità. Malgrado l’opposizione della sua commissione preparatoria, ieri il Consiglio nazionale, con 102 voti contro 93, non ha voluto archiviare una iniziativa parlamentare di Marco Romano (Ppd/Ti) che chiede un congedo di due settimane per coloro che adottano un bambino di età inferiore ai quattro anni. Il testo prevede di finanziare il congedo attraverso le indennità di perdita di guadagno. Adottare un bambino è una scelta di responsabilità personale, ha spiegato Marco Chiesa (Udc/Ti) a nome della commissione. Insomma, non è compito dello Stato sostenerne finanziariamente taluni aspetti organizzativi. Il benessere del bambino adottato è primordiale, ha dal canto suo replicato con successo Benjamin Roduit (Ppd/Vs). A preoccupare diversi consiglieri nazionali è inoltre il costante calo delle adozioni. Infine, il Nazionale ieri ha approvato una mozione di Jacques-André Maire (Ps/Ne) che mira a ridurre l’Iva su assorbenti interni ed esterni, così come sui proteggi slip, dal 7,7% al tasso preferenziale del 2,5%. Secondo il deputato socialista, l’aliquota Iva attualmente applicata ai prodotti destinati all’igiene intima femminile penalizza ingiustamente le donne. Toccherà ora al Consiglio degli Stati esprimersi sulla mozione. ATS/RED